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Già oltre 500 firme in pochi giorni: «Bisogna dichiarare lo stato di crisi»

Già oltre 500 firme in pochi giorni: «Bisogna dichiarare lo stato di crisi»

SASSARI. È arrivata a quota 528 firme nella piattaforma “change.org” la petizione (in pochi giorni sono già state raccolte quasi trecento firme) lanciata da un gruppo di residenti qualche giorno fa e...

23 agosto 2021
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SASSARI. È arrivata a quota 528 firme nella piattaforma “change.org” la petizione (in pochi giorni sono già state raccolte quasi trecento firme) lanciata da un gruppo di residenti qualche giorno fa e che ha come oggetto la «dichiarazione dello stato di crisi nel centro storico basso». Perché se esiste un problema di degrado immobiliare, non si può nascondere che al primo posto, almeno in alcuni punti, c’è quello della sicurezza. E proprio per questo i residenti del centro storico basso hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica, alla prefetta D’Alessandro, al Comune e alle forze dell’ordine. Nel documento rilanciato sulla piattaforma (si può firmare cliccando sul link http://chng.it/9Cj5q7RQYG) elencano le situazioni maggiormente preoccupanti.

«Il centro storico basso di Sassari vive da anni una situazione di degrado urbano, sociale e culturale ed economico – spiegano gli autori – più volte segnalato attraverso raccolte firme, segnalazioni a mezzo stampa, denunce ed esposti da parte di singoli cittadini, associazioni, comitati, parroci e agenzie educative, a cui non è seguita la presa in carico da parte delle istituzioni, e conseguentemente delle forze dell’ordine, con azioni incisive e risolutive ma solo sporadiche e disgiunte». E per questa ragione, a loro dire, «in questo ultimo anno si è assistito a un esponenziale peggioramento: Sassari nel 2020 risulta la provincia meno sicura della Sardegna». Si sentono abbandonati i residenti e lo hanno messo nero su bianco nell’esposto e nella petizione: «Non capiamo perché il centro storico, valorizzato in tutte le altre città, a Sassari si stia trasformando, col silenzio delle istituzioni, in un ghetto».

Portano all’attenzione di tutti la presenza di «fenomeni di criminalità organizzata con soggetti di varie nazionalità dediti a spaccio, prostituzione, furti e ricettazione. Si appropriano quotidianamente e prepotentemente di spazi pubblici, piazze e vie intere, sottratti alla libera fruizione dei cittadini». E ancora «consumo di alcol, cocaina, metadone, eroina in pieno giorno nei luoghi frequentati anche dai minori. Oltre a violenze fisiche e verbali nei confronti dei residenti». Nel documento i residenti segnalano una «cronica mancanza di servizi come oratori, centri di aggregazione, dopo scuola, servizi per disabili, eventi culturali e sportivi fissi non sporadici, educativa di quartiere, mediatori culturali, servizi al cittadino e altri». Parlano di «strade dissestate, palazzi a rischio crollo, mancanza di illuminazione adeguata, sporcizia e rifiuti abbandonati».

Inevitabile, in un quadro così drammatico, che si verifichi ogni giorno la «fuga dei cittadini dal centro storico esasperati da anni di richieste di intervento sistematicamente inascoltate con il crollo del valore abitativo delle case del centro affittate spesso in nero a extracomunitari o persone indigenti che vivono in condizioni degradate sotto gli occhi di tutti». Da qui la richiesta di un’attivazione urgente di «strumenti di controllo, prevenzione e repressione in maniera costante, organizzata e risolutiva, insieme ad azioni programmate di valorizzazione delle risorse umane e ambientali per restituire vie e piazze occupate da spaccio, prostituzione e baby gang alla libera fruizione di tutti attraverso l’installazione di un sistema di videosorveglianza da parte del Comune».

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