La Nuova Sardegna

Sassari

Via Carso crolla, servono 5 milioni

Via Carso crolla, servono 5 milioni

Studio di fattibilità del Comune per la messa in sicurezza di 150 metri di strada

24 agosto 2021
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SASSARI
Cinque milioni per via Carso. È la cifra necessaria per mitigare il rischio idrogeologico nella zona, emersa da uno studio di fattibilità realizzata dal Comune nel proponimento di inoltrare una richiesta di finanziamento. Un problema noto da anni, e già analizzato nel 2006-2007, quando si prese visione della situazione di degrado del piano stradale di Via Carso che presentava un vistoso gradino formatosi a seguito dell’insorgere della superficie di scivolamento e concomitanti fenomeni di abbassamento per consolidazione.. In quel periodo l’Amministrazione Comunale ha programmato e svolto una campagna di indagini geotecniche volte a determinare le cause del fenomeno di instabilità ed a monitorare l’evolversi di tale evento tramite l’ausilio alcuni strumenti geotecnici. A seguito di tali studi furono svolte delle opere di ripristino del piano viabile, tuttavia, per mancanza di risorse economiche non è stato possibile prevedere degli interventi strutturali sul rilevato di via Carso.

Il volume di terreno interessato dai fenomeni di dissesto è pari a circa 18000 mc, il tratto di strada interessato è di lunghezza pari a 90/100 metri lineari e il fenomeno è ancora in fase attiva, sia per quanto riguarda movimenti orizzontali, sia quelli verticali. Il pericolo di cedimenti e frane è comunque limitato al rilevato stradale, infatti gli edifici non sono interessati dal dissesto, in quanto fondati su roccia calcarea.

Le soluzioni prospettate dallo studio sono linee generali di riferimento in quanto la tipologia di opera appropriata potrà stabilirsi a seguito delle necessarie ulteriori indagini.

L’idea proposta prevede la realizzazione di terrazzamenti e riprofilature; il consolidamento delle scarpate con opere di modifica della geometria del pendio, sostegno, drenaggio superficiale e profondo, l’installazione di placcaggi, tiranti, reti, micropalificazioni; la regimazione delle acque di scorrimento superficiale per limitare i tempi di corrivazione o l’infiltrazione sui pendii pericolosi; il rinverdimento con specie arboree ed arbustive autoctone a rapido attecchimento e crescita; il ripristino della funzione del bosco per la costruzione del manto vegetale.

Fondamentale sarà anche realizzare un nuovo collettore di scarico delle acque meteoriche nel quale convogliare le acque di piattaforma provenienti dalle caditoie esistenti e da altre di nuova realizzazione.

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