La Nuova Sardegna

Sassari

L’ascensore è guasto: sessantenne disabile prigioniero in casa

di Andrea Massidda
L’ascensore è guasto: sessantenne disabile prigioniero in casa

Via Leoncavallo, l’uomo è bloccato da diverse settimane La manutenzione spetta al Comune ma nessuno risponde

31 agosto 2021
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SASSARI. A sessantasei anni è affetto da una disabilità che non gli consente di deambulare se non grazie all’ausilio del girello o su una sedia a rotelle. E come se non bastasse, il suo appartamento si trova al quarto piano di un palazzo dove l’ascensore non funziona da almeno tre settimane. Così Piero Sechi, che per la precisione abita in un alloggio popolare di via Leoncavallo, nel quartiere di Santa Maria di Pisa, è di fatto prigioniero in casa dai primi giorni di questo torrido agosto che sta per finire. «Visto che la manutenzione dell’ascensore è di competenza del Comune – racconta lui stesso – ho provato in tutti i modi a contattare il municipio per segnalare il disservizio, ma non c’è stato nulla da fare: nemmeno uno dei due ingegneri che, a quanto mi dicono, dovrebbero ordinare l’intervento di riparazione, risulta rintracciabile. Saranno entrambi in ferie? Chi lo sa. L’unica cosa certa è che io mi ritrovo bloccato tra queste mura da quasi un mese, e meno male che a portarmi la spesa ci pensano i vicini o alcuni miei parenti, altrimenti non saprei davvero come fare a mangiare». L’appello di Piero Sechi all’amministrazione comunale è forte e chiaro: «Risolvete al più presto il problema, perché io ho estrema necessità di spostarmi da casa».

La situazione – grave di per sé – è resa ancor più intollerabile dal lutto spaventoso che l’uomo si è trovato ad affrontare proprio questa estate. Il dolore più grande. Lo scorso luglio, infatti, suo figlio Proto Pierpaolo Sechi, appena 31 anni, aiuto cuoco e cameriere in un ristorante, è morto in un incidente stradale che lo ha visto vittima insieme a un suo amico mentre i due stavano rientrando a casa, anzi erano proprio a poche centinaia di metri dall’abitazione che adesso ha l’ascensore guasto. «La tragedia di mio figlio è stata devastante – dice – ed è facilmente immaginabile quanto io in queste condizioni psicologiche abbia necessità di uscire di casa. E invece – continua il protagonista di questa triste storia – bloccato come sono al quarto piano della mia palazzina non ho potuto nemmeno andare a vedere il punto esatto in cui è avvenuto l’incidente».

Piero Sechi, per dirla tutta, considerata la sua disabilità avrebbe diritto anche a uno stallo riservato per l’automobile, ma anche in questo caso i tentativi di contattare il Comune sono stati inutili. «Ho visto che stanno rifacendo l’asfalto e sicuramente il mio parcheggio non è stato previsto. Oltretutto non funziona nemmeno il citofono, per le notifiche relative a m io figlio i vigili urbani mi hanno dovuto chiamare al cellulare. Spero che dal Comune qualcuno si faccia sentire al più presto».

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