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Sassari

Sassari, bilancio falso: Capitani a processo

di Luca Fiori
Sassari, bilancio falso: Capitani a processo

Rinvio a giudizio per l’ex presidente rossoblù e due suoi collaboratori: prima udienza a marzo

15 settembre 2021
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SASSARI. Avrebbero emesso decine di fatture tra il 2014 e il 2016 a fronte di operazioni inesistenti e “truccato” il bilancio della Torres calcio maschile, con l’indicazione di crediti da riscuotere per quasi mezzo milione di euro.

Crediti con Regione e Comune di Sassari in realtà - ipotizza la Procura della Repubblica di Sassari - inventati, così come il passivo, anche quello sgonfiato ad arte per convincere - secondo le accuse - chi doveva rilevare la società a concludere l’affare.

Sono stati rinviati a giudizio ieri mattina dal giudice dell’udienza preliminare Giuseppe Grotteria e dovranno presentarsi in aula a marzo del prossimo anno per difendersi da queste accuse, l’ex presidente della Torres Domenico Capitani e due suoi stretti collaboratori nella gestione della società rossoblù.

Insieme all’imprenditore 63enne di Cisterna Latina che aveva rilevato la Torre nel 2013 (per poi cederla tre anni dopo a Daniele Piraino, anche lui finito in un vicenda poco chiara legata alla più antica società sportiva dell’isola con l’accusa di estorsione) dovranno affrontare il processo il braccio destro di Capitani Manolo Patalano, romano di 49 anni, e Gianni Sanavia, 70enne di Latina, per un periodo - durante quella gestione - nominato amministratore unico della Torres.

Secondo quanto accertato dagli investigatori del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Sassari, i tre indagati, difesi dagli avvocati Francesco Porcu, Ivano Iai e Clara Palesse, avrebbero commesso a vario titolo alcune operazioni illecite, emettendo per anni fatture a fronte di operazioni inesistenti e ingannato l’imprenditore siciliano Piraino, inserendo nel bilancio della società due grossi crediti che la Torres non avrebbe in realtà mai potuto riscuotere.

Il primo di 350mila euro con la Regione e il secondo di poco più di 146mila euro con il Comune. Ma la Regione - aveva denunciato durante un incontro pubblico la “Fondazione Torres” nel dicembre del 2015 - non avrebbe mai sborsato un centesimo, perché la società di Domenico Capitani, finito sotto inchiesta per una scommessa che quell’anno costò ai rossoblù la retrocessione dalla Lega Pro alla serie D, aveva perso la condizione fissata in maniera chiara dall’articolo 1 della legge regionale: essere una squadra professionistica. Il credito con il Comune di Sassari di 146.674,00 euro, inserito nel bilancio quale rimborso per la spesa dell’impianto di videosorveglianza dello stadio, era anche quello inesigibile.

Il sospetto degli inquirenti che hanno svolto le indagini è che quella fattura non fosse in realtà mai stata pagata da chi gestiva i conti della società e nel bilancio non esisteva infatti una voce uguale e contraria.

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