La Nuova Sardegna

Sassari

Diritti al cuore in piazza per il funerale al Ddl Zan

Diritti al cuore in piazza per il funerale al Ddl Zan

Un corteo ha sfilato per «la vergognosa decisione del Senato» e per celebrare «la rinascita della lotta»

04 novembre 2021
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SASSARI. Un vero e proprio funerale, con tanto di bara e corteo funebre, al Ddl Zan «affossato, tra cori e urla da stadio, in una vergognosa seduta del Senato». Lo hanno officiato martedì sera un migliaio di persone che si sono riunite in piazza d’Italia in un coloratissimo corteo di protesta in occasione della giornata dei morti, data perfetta per celebrare «il funerale del Ddl Zan, ma soprattutto la rinascita della nostra lotta». Un evento promosso da Diritti al Cuore con l'adesione di 6000 Sardine Sassari, Agedo, Alisso, Amnesty Sassari, Anpi e Arci, Arcobaleni Turritani, Cgil e Cgil Nuovi Diritti, Earth Gardeners, Emergency Sassari, Famiglie Arcobaleno, Italia-Cuba Sassari, Movimento Omosessuale Sardo, Noi Donne 2005, ODV Franco Mura, Pd, Sa Domu de Totus, Spiga Sardegna, Theatre en vol e Udu Sassari.

Una manifestazione convocata dopo il partecipato incontro di domenica, in cui proprio Alessandro Zan che ha dialogato con Adriano Porqueddu per la presentazione del suo libro “Senza Paura. La nostra battaglia contro l’odio”. Presentazione che è stata anche un’occasione per parlare dei recenti avvenimenti in Senato, con l’affossamento definitivo del disegno di legge Zan e le vergognose scene di urla e cori da stadio che sono seguite all’approvazione della cosiddetta “tagliola”.

«Ma i toni del dibattito, seppur amareggiati dalla battuta d’arresto e dalla terribile figura che il nostro Paese ha fatto mercoledì scorso davanti al mondo, non sono stati quelli della sconfitta – hanno ribadito anche in piazza gli organizzatori –. Al contrario, sono stati quelli di una comunità, quella LGBT+, delle persone con disabilità e delle donne, che non ha intenzione di accogliere in silenzio questa pagina vergognosa della storia d’Italia. Sono stati quelli di una comunità che intende trarre da questo schiaffo la forza per una rivoluzione che è già iniziata, molto prima del Ddl Zan, e che non si fermerà davanti agli applausi di quattro trogloditi invasati. Sono stati quelli di una comunità che ha intenzione di scendere in piazza fino a che non vedrà affermato il proprio diritto ad esistere, ad essere rispettata e tutelata».

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