La Nuova Sardegna

Sassari

Il volley senza casa scende in piazza

di Roberto Sanna
Il volley senza casa scende in piazza

Il 23 manifestazione davanti a Palazzo Ducale organizzata dalle società cittadine che sono ancora prive della palestra

06 dicembre 2021
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SASSARI. Muro contro muro. Ma non i “monster block” che esaltano i telecronisti delle partite della nazionale di volley. Le società sassaresi sono ancora senza casa per il prolungarsi dello scontro fra il Comune e i dirigenti scolastici che non vogliono concedere le loro palestre come negli anni scorsi. E, quando le concedono, capita che siano ridotte talmente male che alla prima pioggia si allagano. Così, arrivati a dicembre, la protesta sale di livello e giovedì 23 dicembre quattro società sassaresi (Virtus, Orion, Junior e Punto Volley) scenderanno in piazza in massa e improvviseranno un campo all’aperto con le reti listate a lutto.

In tutto un movimento di 25-300 atleti, quasi tutti militanti nei campionati giovanili, per i quali praticare il loro sport preferito sta diventando praticamente impossibile. Già in tempi normali le palestre scolastiche sono spesso (non sempre, ma quasi) al limite della praticabilità e richiedono aigli atleti e alle famiglie (che con le loro quote mensili sostengono tutto il movimento), un forte spirito di adattamento, ma con le porte chiuse la voglia di lasciar perdere sta prendendo il sopravvento: «Abbiamo dovuto praticamente azzerare tutte le partite programmate in casa – racconta il dirigente Antonio Marras, in rappresentanza delle quattro società – e chiedere alla federazione il rinvio a data da destinarsi. Di fatto, abbiamo dovuto stravolgere il calendario e giocare solo in trasferta. Qualche volta abbiamo trovato ospitalità a Sorso, ma non è certo la stessa cosa come si può immaginare. Parliamo di tutti i campionati giovanili e del campionato regionale di Serie D, sono tanti ragazzi e ragazze che stanno vivendo malissimo questa situazione. Tra l’altro la pandemia, da sola, ci è costata comunque una perdita di praticanti perché non tutte le famiglie si fidano a mandare i loro figli a praticare uno sport al chiuso. Quello che mi dispiace è che dal Comune non arrivano segnali, ci sentiamo abbandonati».

La situazione è ben nota: alcune palestre scolastiche non sono state concesse, altre sono aperte solo per gli allenamenti. «Alla fine ci hanno dato quella della scuola media numero 11 a Li Punti – aggiunge Marras – che è totalmente staccata dal plesso scolastico, ma ci piove dentro. Ci sono poi le palestre degli istituti superiori, che sono di competenza della Provincia, e non abbiamo la disponibilità per le partite. Non ci resta che scendere in piazza, andremo al Comune e poi in piazza d’Italia cercando di coinvolgere quanta più gente possibile. Perché così non è più possibile andare avanti».

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