La Nuova Sardegna

Sassari

Ozieri, «Quelle case sono nostre ma le occupano abusivi»

Nadia Cossu
Ozieri, «Quelle case sono nostre ma le occupano abusivi»

La protesta di alcuni soci “prenotatari” che hanno perso i loro alloggi. «La società costruttrice è fallita e a noi non è rimasto nulla». Indaga la Procura

16 dicembre 2021
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SASSARI. Indaga la Procura della Repubblica sulla vicenda relativa all’assegnazione (mancata) delle unità immobiliari costruite negli anni 2003-2004 dalla “Società cooperativa Azzurra” a Ozieri, nel rione “Sa Pastia”.

Diversi cittadini avevano aderito al progetto con un primo versamento di 15.500 euro corrispondente alla quota sociale, diventando così soci “prenotatari” degli appartamenti da costruire. A distanza di 17 anni non solo non hanno una casa ma quelle a loro destinate sarebbero state occupate abusivamente da altre persone. La società è fallita e le unità non sarebbero state assegnate ai legittimi “beneficiari”.

Sono proprio due dei diretti interessati a raccontare la vicenda che ora è approdata sul tavolo del magistrato. «Già prima dell’assegnazione delle unità (che non è mai avvenuta, stante il fallimento della cooperativa) ci era stato concesso di scegliere la futura abitazione, con attribuzione, sulla carta, delle singole quote di proprietà millesimate. A ciascuno era stato assegnato uno specifico lotto risultante da appositi elenchi e in forza di ciò ognuno di noi aveva apportato, a proprie spese, modifiche al capitolato generale, variando, in base alle esigenze, interni e materiali».

Dopo il fallimento della società, messa in liquidazione coatta amministrativa, alcuni dei soci hanno occupato le case del complesso edilizio «che, essendo ancora “in costruzione” era, come del resto è tutt’ora, privo delle necessarie opere di urbanizzazione nonché di abitabilità». Ed è a questo punto che sarebbe nata «una situazione surreale – così la definiscono gli interessati – Su 30 lotti solo una decina sono occupati effettivamente dai soci prenotatari. Alcuni sono stati “concessi in locazione”, alcuni “venduti”, altri “messi a disposizione” di parenti o amici, gli altri occupati abusivamente. In barba a chi ha speso e perduto dei denari e ha visto svanire con un colpo di spugna il desiderio di possedere una casa».

Sempre stando al racconto dei cittadini “beffati” (come si definiscono loro stessi) sarebbero stati «richiesti e ottenuti allacci idrici ed elettrici, oltre al servizio di nettezza urbana». Delusi e con una buona dose di rabbia si rivolgono anche agli amministratori: «Ci aspettavamo che il Comune potesse aiutarci a risolvere finalmente questa situazione. Ma al momento le nostre richieste sono rimaste inascoltate: oggi le case sono occupate da estranei e non sembra esserci via d’uscita. Uno dei risvolti paradossali e anche drammatici è che molti di noi sono costretti a pagare un canone di locazione perché siamo stati privati della nostra casa».

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