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Sassari

Gratta e vinci falso, il legale dell’acquirente sollecita la Procura

Gratta e vinci falso, il legale dell’acquirente sollecita la Procura

SASSARI. L’inchiesta della Procura di Roma sul caso del gratta e vinci acquistato a Sassari nel 2019, “potenzialmente” vincente ma danneggiato non è ancora arrivata a una svolta, e per questo l’avvoca...

29 dicembre 2021
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SASSARI. L’inchiesta della Procura di Roma sul caso del gratta e vinci acquistato a Sassari nel 2019, “potenzialmente” vincente ma danneggiato non è ancora arrivata a una svolta, e per questo l’avvocato Antonio Secci, che assiste la donna che lo comprò in un centro commerciale e che è stata indagata per truffa, ha sollecitato la segreteria del pubblico ministero Giancarlo Cirielli. «Abbiamo chiesto che ci comunichino l’eventuale richiesta di archiviazione o quella di rinvio a giudizio, perché altrimenti per noi è impossibile avviare la causa civile. È passato tanto tempo ed è calato il silenzio».

Già a settembre del 2019 l’avvocato Secci aveva chiesto e ottenuto dalla Procura l’acquisizione dei verbali della commissione di Lottomatica che all’epoca aveva stabilito la non autenticità del tagliando. Il legale della signora sassarese aveva infatti chiesto al magistrato titolare del fascicolo, il sequestro dei verbali. «Avevamo il diritto – aveva spiegato Secci – di visionare quella relazione. In qualità di parte offesa e allo stesso tempo di indagati dobbiamo poter capire sulla base di quali prove la commissione ha accertato che il gratta e vinci è un falso. Solo così possiamo difenderci, considerato che il biglietto originale non lo abbiamo più, siamo in possesso solo di una fotocopia e abbiamo potuto soltanto prendere atto di dichiarazioni generiche. Fortunatamente la nostra istanza è stata accolta».

La donna aveva acquistato un gratta e vinci “Il Miliardario” in un centro commerciale. Dopo aver grattato i numeri, convinta di non aver vinto, aveva stracciato in due il tagliando ma mentre lo stava buttando via il nipote che era con lei si era reso conto che non era stata cancellata l’ultima fila di numeri. E proprio lì c’erano quelli vincenti: il 20 da 300mila euro e il 31 da cinquanta euro. In banca si era però fermato tutto: «Non possiamo procedere». Il passo successivo era stato rivolgersi a un legale e depositare il biglietto a Roma dove però sarebbe stata accertata la contraffazione del tagliando. «Noi andiamo avanti – aveva annunciato l’avvocato Secci – la mia cliente non è una truffatrice. Casomai è lei vittima di una truffa». (na.co.)

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