La Nuova Sardegna

Sassari

«Le bimbe e la loro paura di morire»

«Le bimbe e la loro paura di morire»

Contestato il reato di tortura: «Orfane di madre e private di un ponte per la vita»

12 gennaio 2022
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SASSARI. Oltre alla relazione affettiva sono altre due le aggravanti speciali contestate a Fadda. Una è la premeditazione. «Nella querela presentata da Zdenka per maltrattamenti – spiega il pm – la donna riferisce le minacce dell’imputato: “Mi ha detto più volte che se mi fossi rivolta ai carabinieri mi avrebbe ammazzato”. E la sera della tragedia, dopo un litigio, lei chiama i carabinieri, il luogotenente Alessandro Masala va a casa sua, parla anche al telefono con Fadda ricordandogli che deve stare lontano. Chiusa quella chiamata cosa succede? L’omicidio, guarda caso». E poi, ancora, l’aggravante dei maltrattamenti con quei lividi rilevati post mortem «evidentemente prodotti dall’imputato dopo che il luogotenente va via. Perché a quest’ultimo Zdenka aveva mostrato “solo” un’ecchimosi sullo zigomo. Significa che Zdenka stava scappando da lui con le bambine, terrorizzata».

Un accenno, infine, agli altri reati: la resistenza a pubblico ufficiale («la fuga spericolata nonostante l’alt imposto dai carabinieri mettendo a repentaglio l’incolumità delle bambine, dei militari e dei pedoni») e la tortura. Si sofferma su questo e in particolare sulla figura fragile di una delle gemelle, tetraplegica, «con una postura corporea simile a La Pietà di Michelangelo», in tutto dipendente dalla propria madre che rappresentava «il ponte per la vita». Una bimba che per mesi è rimasta appesa tra la vita e la morte dopo l’omicidio. E poi la sorellina «che ha visto la mamma morire e che ha vissuto la paura di essere “forse” uccisa anche lei come sua madre. Un “forse” tremendo, perché ha aperto le porte di una stanza buia senza pavimento...». (na.co.)

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