La Nuova Sardegna

Sassari

Martis, la Triplice Cinta esposta al museo diocesano

di Mauro Tedde
Martis, la Triplice Cinta esposta al museo diocesano

L’importante reperto archeologico ritorna in paese dopo tanti anni di studi La pietra era stata rinvenuta durante il restauro della chiesa di San Giovanni

18 gennaio 2022
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Martis. Si tratta solo di una pietra ma, si sa, a volte le pietre parlano. Soprattutto se si è capaci di leggere il loro messaggio. Da qualche giorno è possibile ammirare nel piccolo Museo Diocesano ospitato nelle chiesa di Santa Croce a Martis un importante e misterioso reperto archeologico che è finalmente ritornato nella sua “casa” di Martis. Si tratta della cosiddetta Triplice Cinta, un concio di tufo rinvenuto diversi anni fa in occasione del restauro nella chiesa di San Giovanni, nel cuore del piccolo centro dell’Anglona. Il reperto è stato oggetto di studio, documentazione e catalogazione da parte dell’Ufficio dei Beni culturali della diocesi di Tempio-Ampurias, ed ora è stato restituito alla comunità in occasione della presentazione della mostra del Libro Antico, tenutasi nei giorni scorsi a Martis. La Triplice Cinta è conosciuta soprattutto come schema di un popolare gioco di pedine, il “filetto” e a lungo le è stata attribuita questa sola valenza ludica. Ma le letterature disponibili sulla Triplice Cinta portano ad evidenziare due scuole di pensiero, quella che la ritiene un gioco e quella che la considera un simbolo, aspetti che si intersecano e si completano. Come è emerso durante la presentazione curata da don Francesco Tamponi, responsabile dell’Ufficio Beni culturali, nell’antichità e anche in seguito nelle colte élite i giochi di abilità e strategia non sono mai stati affrontati con leggerezza. In Italia la ricerca intesa a investigare la Triplice Cinta è in pieno svolgimento specialmente per quanto riguarda l’ambito simbolico. La si trova infatti graffita su rocce rupestri, sui muretti delle chiese antiche, sui gradini di vecchie case di paese. Il simbolo avrebbe molteplici significati: può rappresentare l’orientamento dell’uomo nello spazio e nell’ambito vitale ma anche l’opposizione della terra al cielo o l’universo creato (terra e cielo) opposto al non creato e al creatore. Il simbolo può riferirsi inoltre al cosiddetto omfhalos che rappresenta il centro del mondo. Sulla pietra calcarea rivenuta a Martis è scolpita quindi la Triplice Cinta che appare come un tavoliere da gioco costituito da tre quadrati concentrici con segmenti che uniscono i punti medi dei lati corrispondenti dei diversi quadrati, e varie pedine. Anche se rinvenute spesso oltre che in luoghi civili anche il luoghi religiosi non portano però collegamenti a simbologia di natura religiosa. Anzi spesso nelle chiese la Triplice Cinta è incisa su pareti verticali, quindi non utile al suo scopo primario, collocazione che farebbe pensare alla volontà di impedirne l’utilizzo. Questo perché la Chiesa era contraria al gioco d’azzardo e quindi impedirlo corrispondeva a negare all’uomo la possibilità di affidarsi al controllo degli eventi della dea Fortuna. Un atro buon motivo per visitare il piccolo e grazioso paesino di Martis.

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