La Nuova Sardegna

Sassari

Si pestano e si denunciano il giudice assolve entrambi

di Nadia Cossu
Si pestano e si denunciano il giudice assolve entrambi

Due allevatori di Mores e Thiesi in aula nelle vesti di imputati e parti offese La lite era finita a pugni e bastonate. Impossibile però stabilire chi iniziò

13 febbraio 2022
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CHIARAMONTI. Si erano denunciati a vicenda in seguito a una lite avvenuta nell’azienda agricola di uno dei due, a Chiaramonti. La discussione si era animata a tal punto che dalle parole i due erano passati ben presto alle mani... e anche ai bastoni.

Alla fine in tribunale ci sono finiti entrambi, nello stesso processo, indossando contemporaneamente le vesti di imputati e parti offese. Medesimo anche il reato contestato: lesioni personali. Ma nell’impossibilità di stabilire chi avesse aggredito per primo l’altro, e quindi chi tra i due avesse agito per legittima difesa, il giudice Mauro Pusceddu ha assolto entrambi.

Di certo ad avere la peggio nella lite era stato Sebastiano Cherchi, 64 anni, di Mores (difeso dall’avvocato Sebastiano Chironi) che aveva riportato danni permanenti all’udito. Ai carabinieri aveva raccontato che a colpirlo con un violento pugno alla testa era stato Antonio Maria Manca, suo coetaneo, di Thiesi (assistito da Stefano Porcu e Luca Sechi). Quest’ultimo, dal canto suo, sosteneva di esser stato aggredito con un bastone che gli aveva provocato ferite e tumefazioni al braccio.

I due si sono sottoposti in aula a esame (essendo imputati) e hanno fornito le rispettive versioni dei fatti. Cherchi gestiva da oltre trent’anni l’azienda agricola di Manca e pare che quest’ultimo il giorno della furibonda lite fosse arrivato in campagna e gli avesse detto che doveva andare via, che doveva liberare il terreno: «Io gli risposi che l’azienda gliel’avrei lasciata quando la legge mi diceva di andarmene, cioè quando scadeva il contratto agrario, ossia pochi mesi dopo – ha spiegato in aula – C’era un contenzioso civile relativamente alla mia spettanza per il lavoro che svolgevo lì. Causa che tra l’altro ho vinto in appello. Non avrei mai pensato che avrebbe avuto una reazione così. Ha fatto finta di andarsene, si è girato, mi ha dato un pugno vicino all’orecchio e mi ha rotto un capillare, il sangue ha cominciato a scendere... Io non reagii, ero stordito».

Di diverso avviso Manca: «Quel giorno arrivai in azienda e vidi dei cumuli di ghiaia sul piazzale. C’era Cherchi e gli ho chiesto spiegazioni sulla presenza, non autorizzata, di quel materiale. Al che lui ha cominciato a parlami male dicendo che non gli rappresentavo nulla e che avrebbe fatto ciò che voleva. Mentre stavo girando mi ha afferrato e siamo caduti a terra e ci siamo accapigliati. Poi ha preso un bastone e mi ha colpito, io per ripararmi ho alzatole mani ma non gli ho mai sferrato un pugno. Ci siamo colpiti a vicenda».

Il giudice, applicando il comma 3 dell’articolo 530 del codice di procedura penale, ha assolto entrambi.

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