La Nuova Sardegna

Sassari

Emergenza Covid, 53 positivi a Bancali

Emergenza Covid, 53 positivi a Bancali

Casi in aumento tra i detenuti, contagiati 20 agenti. Il Sappe: «Siamo in trincea»

21 marzo 2022
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SASSARI. Dopo settimane in cui i dati Covid avevano fatto registrare un significativo calo, tornano a salire i contagi in carcere con tre focolai individuati: uno è nella struttura di detenzione di Bancali a Sassari con 53 detenuti positivi (gli altri sono a Rebibbia, 341, e a Rieti, 101). Salgono i contagi anche tra il personale della polizia penitenziaria con Sassari che fa registrare 20 casi (gli altri sono a Rebibbia 37 e a Parma 26). Il 17 marzo, i rappresentanti della sicurezza delle sedi Dap hanno inviato un comunicato con il quale si chiedevano una serie di accorgimenti (la dotazione delle mascherine FFP2 ove e se previsto dalla legge; il proseguimento della sanificazione settimanale dove vi sia stato un caso Covid; le procedure per accedere ai tamponi rapidi e/o molecolari per i contatti da Covid sospetti o diretti).

Il Sappe - attraverso il delegato nazionale Antonio Cannas - ieri ha denunciato che nell’istituto sassarese di Bancali, il discorso è ben diverso: «Sembra di stare in trincea. Da settimane vengono chiuse intere sezioni per casi di detenuti positivi al Covid e i colleghi devono montare all’interno delle sezioni con i Dpi per 6 ore e 45 minuti, bardati e senza pause per non sprecare i mezzi di protezione a disposizione. Sino a qualche giorno fa i detenuti restavano isolati all’interno delle sezioni in regime aperto e la conseguenza è stata che nelle sezioni 4-5-6-7 si sono moltiplicati i contagi e ora sono in isolamento».

«Non sono stati sospesi i video colloqui e il personale presente al reparto è obbligato ad andare nelle sezioni per far svolgere il colloquio via whatsapp, e questo non solo per i vincitori d’interpello ai video colloqui, ma anche per il personale impiegato ai colloqui avvocati. Quello che appare assurdo è la ragione per cui si obbliga anche il personale che non ha partecipato a quell’interpello. Ci si domanda se il comandante, il direttore, o gli educatori si rechino nelle sezioni per soddisfare le richieste di udienza con il detenuto. Anche la difesa e l’incontro con il proprio legale non si può negare, eppure i detenuti non possono recarsi a colloquio. E i colloqui familiari sono sospesi».

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