La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, povertà: miseria e solitudine in un territorio oltre la soglia

Andrea Massidda
La consegna dei pacchi alimentari
La consegna dei pacchi alimentari

I centri d'ascolto della diocesi di Sassari presentano i dati del triennio 2017-2020. Supportate 3.710 persone con problemi economici, abitativi ma anche sociali

14 aprile 2022
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SASSARI. Donne e uomini con il nodo alla gola alla ricerca disperata di un sostegno concreto per soddisfare anche i bisogni più elementari, come mettere insieme il pranzo con la cena o dormire sotto un tetto. Ma anche individui disorientati, ormai incapaci di ritrovare il senso della vita, e che se abbandonati al proprio dolore esistenziale rischiano di individuare nel gesto estremo l'unica soluzione per mettere fine alle sofferenze. Tutte persone che talvolta ci camminano accanto come esseri invisibili, ma che difficilmente sfuggono all'attenzione della Caritas turritana. Sono tantissimi i cittadini in difficoltà intercettati dagli undici centri d'ascolto presenti nelle parrocchie e nelle Opere Segno della diocesi di Sassari: un territorio molto vasto (da Bonorva a Stintino, dalla Romangia a Usini) abitato da 215mila anime.

Il rapporto povertà. A raccontare vecchi e nuovi disagi attraverso la nitida fotografia fatta di numeri è "Oltre la soglia": l'ultimo "Rapporto sulla povertà" redatto dall'organismo pastorale dell'Arcidiocesi, che riporta i dati relativi al triennio 2017-20 con un breve cenno al primo semestre dal 2021, presentato lunedì nell'auditorium di Santa Maria Bambina, nel quartiere di Latte Dolce, alla presenza dell'arcivescovo Gian Franco Saba, del direttore della Caritas diocesana don Gerolamo Derosas, e ancora di padre Giuseppe Piga, referente per la diocesi delle situazioni di estrema povertà. A moderare gli interventi, la caporedattrice della Nuova Sardegna Daniela Scano, che ha immediatamente rotto il ghiaccio sottolineando come dietro i dati raccolti ci siano sempre storie reali di vita vissuta al limite. «Sicuramente - ha detto padre Giuseppe - dal rapporto emerge un territorio con molte criticità nel quale la gente comune fa fatica a uscire dallo stato d'indigenza e persino a riconoscere l'identità del luogo. Poi, sempre nel report, spunta la presenza di una nuova povertà: la solitudine».

I numeri. «Nel periodo preso in esame, ha spiegato Gian Franco Addis della Caritas. sono state 3.710 le persone ascoltate nei Centri di ascolto e nella sede diocesana: precisamente 2.175 italiani e 1.515 stranieri». Le persone incontrate - si evince dal rapporto - hanno manifestato prevalentemente bisogni dovuti a problemi occupazionali (22,22%) e povertà/problemi economici (21,96%). I problemi familiari si attestano al 14,39% e a seguire troviamo i bisogni abitativi (11,68%). Poco più del 44% delle richieste maggiormente formulate, sono quelle relative a beni e servizi materiali: si domandano viveri, vestiario, accesso alla mensa. Quasi il 36% delle richieste totali riguardano i sussidi economici, da impiegare per lo più per il pagamento di bollette-tasse, gestione abitazione, affitto, spese sanitarie.

I centri d'ascolto. «Gli interventi fondamentali che i CdA pongono in essere per la promozione della persona e della sua dignità - ha spiegato don Gerolamo Derosas - sono l'ascolto, l'eventuale accompagnamento, l'invio e l'orientamento verso gli enti pubblici e privati, il coinvolgimento delle famiglie e delle parrocchie».

Post pandemia. Nel periodo preso in esame non rientrano, dunque - se non in parte - i disagi patiti dalle famiglie durante la pandemia, e tanto meno quelli che potrebbero sorge alla luce dell'attuale crisi internazionale. Il timore è che, se non ci saranno interventi importanti, il prossimo Rapporto possa addirittura essere più inquietante. La pensa così anche padre Giuseppe Piga: «Non vorrei mancare di speranza, ma il rischio è fondato: infatti la Caritas deve leggere i dati e consegnarli alle istituzioni per una risposta congiunta». Il dossier completo può essere scaricato dal sito della Caritas diocesana www.caritasturritana.it.

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