La Nuova Sardegna

Sassari

Il cero in carcere

Un candeliere per Graziano Piana

Un candeliere per Graziano Piana

Nel grande cortile di Bancali la danza del cero di San Sebastiano. Commovente il ricordo del detenuto sassarese massacrato in cella

12 agosto 2022
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Sassari La sua foto incollata al legno levigato del candeliere. E poi via alla danza a ritmo di tamburo davanti a una schiera di occhi lucidi. Sotto il sole caldo di agosto, mentre risuonano alcuni canti in sassarese, la gente osserva in silenzio, poi applaude e si commuove. I detenuti di Bancali ricordano così quello che fino a pochi giorni fa era uno di loro. Il candeliere di San Sebastiano è tornato a ballare nel cortile del carcere e stavolta lo ha fatto soprattutto in memoria di Graziano Piana, il 51enne sassarese morto lo scorso 27 luglio poche ore dopo essere stato massacrato in cella da un altro detenuto.

Per Graziano Dopo l’uccisione di Piana, tutto stava per saltare. Ma poi i detenuti ci hanno pensato su e si sono detti: «Facciamolo per Graziano». E così ieri mattina, a Bancali, il candeliere di San Sebastiano è stato fatto ballare proprio come accadeva prima del Covid. «Questa è una iniziativa che ha 19 anni di vita – spiega Ilenia Troffa, la responsabile dell’area trattamentale di Bancali –. Rappresenta una cerniera tra il carcere e la città. A modo loro, i detenuti vogliono partecipare alla festa. E sono stati proprio loro a non volersi tirare indietro, dopo ciò che è accaduto. Lo hanno fatto in ricordo di Piana, perché anche lui, durante le sue detenzioni, partecipava a questo momento così sentito da tutti». A portare il colorato candeliere ricostruito nel 2018 – con la rappresentazione di San Sebastiano e stavolta anche con una fotografia di Graziano Piana – sono stati i detenuti sassaresi, con il lutto al braccio, addestrati nel corso dei mesi dall’Intergremio. E ad assistere alla cerimonia e alla tradizionale danza, naturalmente, sono stati anche tutti gli altri detenuti, di ogni provenienza e religione.

La cerimonia Ma Graziano Piana non è stato ricordato solo durante la danza del cero. Anche nel corso degli interventi, e in particolare delle benedizioni e dei saluti di chi vive il carcere, il suo nome è stato più volte pronunciato nel grande cortile della casa circondariale. Un momento di fede, preghiera e speranza che si rinnova da quasi vent’anni e che stavolta ha assunto un significato particolare, ancora più intimo. È stato l’arcivescovo Gian Franco Saba a benedire candeliere e presenti. Poi sono intervenuti la direttrice di Bancali Patrizia Incollu, il cappellano del carcere don Gaetano Galia, il sindaco Nanni Campus e la prefetta Paola Dessì, che ha assistito per la prima volta alla speciale festa dei candelieri all’interno delle mura di una casa circondariale. E poi ancora l’educatrice Rosanna Roggio, Salvatore Sanna, padre guardiano di Santa Maria, e Michael Calaresu, uno dei portatori del candeliere. Presente alla cerimonia, condotta da Umberto Graziano, anche Fabio Madau, il presidente dell’Intergremio: «È stato tutto molto commovente. Quella di Graziano Piana è stata una presenza costante».
 

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