La dura lotta contro il tumore, la nuova vita che ricomincia
Sassari, il racconto di Rosaria Biello: la Smac scoperta per caso, una grande realtà
Sassari La scoperta di un tumore, la paura e la confusione del momento per le decisioni da prendere e le cose da fare con rapidità. Poi i passi giusti, l’accesso alla Smac trovata quasi casualmente - una realtà sconosciuta fino a quel momento - il ricovero e l’operazione. La vita che ricomincia con la consapevolezza che nella sanità sassarese servono interventi fondamentali: più risorse, più personale per dare nuove speranze e aspettative di vita migliori agli ammalati che si affidano con fiducia ai professionisti, che ci sono e garantiscono servizi di qualità e tanta professionalità.
Storie di donne. Storia di Rosaria Biello che ha deciso di raccontare la sua esperienza alla Nuova e di metterci la faccia.
«La Smac è un centro nel quale il tumore al seno viene affrontato con grande competenza e professionalità, oltre che con tanta umanità, da bravi medici specialisti e dal personale infermieristico. Tutti si prodigano per risolvere i numerosi casi di persone che provengono da ogni parte della provincia di Sassari e oltre, sopperendo anche a carenze di vario tipo. Che spesso sono state elencate».
«L’anno scorso, ad aprile, mentre facevo la doccia, mi sono accorta che c’era qualcosa di strano nel mio seno. Ne ho subito parlato col mio medico, che mi ha prescritto un’ecografia. Devo confessare che negli ultimi anni ho trascurato i normali controlli che una donna deve fare regolarmente. La radiologa, quando ha visto il risultato dell’esame, mi ha rimproverata dicendomi cosa aspettassi ancora. Casualmente, ho scoperto l’esistenza a Sassari di una unità della Asl, che si occupa specificamente di questi problemi: la Smac. In effetti, sul sito della Asl c’è uno spazio dedicato nel quale risalta il numero verde che bisogna chiamare. Ho telefonato e l’accoglienza della persona che mi ha risposto ha alleviato la mia ansia».
Sono stati eseguiti gli esami necessari (visita senologica, ecografia, visita radiologica e scintigrafia), poi l’incontro con la chirurga.
«Ho conosciuto molto presto la chirurga, la dottoressa Rita Nonnis, che mi ha illustrato la situazione, in modo preciso (ma questo l’ho capito dopo), senza spaventarmi dato lo stato avanzato del mio tumore, anzi rincuorandomi dicendo che sicuramente saremmo riuscite a sconfiggerlo. Ecco, ciò che mi ha aiutato di più è stato l’atteggiamento molto positivo e sicuro della dottoressa Nonnis. In seguito ho conosciuto l’oncologa, la dottoressa Valeria Sanna, che con la sua gentilezza e competenza mi ha illustrato il percorso della chemioterapia, fondamentale perché avrebbe determinato la riduzione della massa tumorale prima dell’intervento chirurgico. Sono così stata accolta nel day hospital, situato nell’ Ospedale Civile, dove ho fatto regolarmente la chemio per circa sei mesi, fino a gennaio di quest’anno. In febbraio, sono stata ricoverata nel piccolo reparto situato nella Stecca Bianca, dove la dottoressa. Nonnis mi ha operato.
Ci sono stati momenti critici che, però, sono stati superati con grande professionalità, disponibilità e umanità».
Il percorso è proseguito con l’ultima tappa : la radioterapia nella clinica di Scienze radiologiche.
«Un tumore è un evento, non tanto raro, che scombussola la vita di una persona, in questo caso di una donna. Molto spesso non si sa cosa fare. Io avevo pensato, anche dopo i consigli di amici, di andare fuori in centri famosi, per esempio a Roma che è anche la mia città natale. Forse non c’è molta informazione, e forse casualmente ho scoperto, qui a Sassari, la Smac».
La valutazione finale di Rosaria Biello è un grazie alla Smac, un centro di eccellenza che offre competenze e professionalità: «La mia esperienza l’ho voluta raccontare per questo. Per alimentare la speranza, per restituire fiducia a chi si trova a combattere contro il tumore. È possibile trovare professionalità e umanità, bravi medici specialisti e personale infermieristico, tutti impegnati per risolvere i numerosi casi di persone che si ammalano di cancro». Una lotta raccontata dalla trincea, con coraggio e anche paura ma anche con tanta voglia di vivere. «Grazie a tutti», conclude Rosaria Biello.
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