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L’ascensore è guasto da due mesi anziana disabile prigioniera in casa

Andrea Massidda
La signora Giovanna Concas  nella sua camera da letto
La signora Giovanna Concas nella sua camera da letto

Via Perosi a Sassari: ignorate tutte le richieste all’Area. Ora c’è un esposto in Procura

13 settembre 2022
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Sassari Quando la mattina apre gli occhi e dal suo letto volge lo sguardo oltre la finestra dell’abitazione di via Perosi, a Santa Maria di Pisa, riesce ad ammirare in tutto il loro splendore le colline e le coste della Romangia. Naturale che con il caldo africano che imperversa anche in questi giorni di fine estate, la voglia di prendere una boccata d’aria almeno a Platamona si faccia irresistibile. Peccato, però, che per Giovanna Concas – 82 anni da compiere il prossimo 28 ottobre, ma dal 1978 priva di una gamba che i medici le dovettero necessariamente amputare – quella bella stanza con veduta panoramica sia diventata una prigione dalla quale non può uscire: da più di due mesi l’ascensore della palazzina popolare in cui abita, non funziona. Bloccato. Fermo.

E questo perché, nonostante le ripetute sollecitazioni tramite raccomandate inviate via Pec, dall’Area (ossia dal l’Azienda regionale per l'edilizia abitativa, su cui ricade la competenza per la manutenzione di quelle case) nessuno si degna di rispondere. Così la signora Concas, alla quale per fortuna non manca comunque il buon umore, si trova suo malgrado quasi agli arresti domiciliari. «Per me – spiega – l’ascensore è fondamentale, perché rappresenta l’unico modo che ho per uscire di casa. Abito al quarto piano e ovviamente le scale non le posso fare nemmeno indossando la protesi che, insieme alle stampelle, mi consente di muovermi».

Seppure a malincuore, anche le associazioni di volontariato che le danno assistenza, davanti a questo problema hanno dovuto arrendersi. «Quando l’ascensore funziona – continua Giovanna – vengono a prendermi spesso e insieme a persone che hanno problemi di deambulazione ci portano al mare. A volte arriviamo anche all’Isola Rossa. Poi facciamo gite in località come Lourdes o Fatima. Bello per una come me che da 43 anni non ha più facilità a spostarsi autonomamente. Ma adesso non lo posso più fare e quest’anno restare in casa da luglio è stato davvero molto triste».

Ora, tuttavia, il tempo delle suppliche all’Area pare sia scaduto. Almeno per i familiari di Giovanna. Tanto che la figlia Angela, esasperata dal la situazione (ma soprattutto dalle richieste ignorate) ha deciso di andare alla procura della Repubblica per presentare un esposto con tanto di relazione tecnica che certifica il guasto dell’ascensore. Alla procura ha raccontato di questa che di fatto per la madre è una barriera architettonica, chiedendo perentoriamente una pronta tutela che preservi la mamma dai danni che subisce e che rischia di continuare a subire da un punto di vista fisico, psicologico ed economico. «Infatti – si legge nell’esposto – tale incresciosa situazione ha peggiorato lo stato di svantaggio in cui essa vive in seguito al proprio handicap».

Oltretutto, sempre nella stessa palazzina, a trovarsi in un disagio simile sono anche altri condomini, prevalentemente anziani. La speranza è quindi che l’esposto sortisca qualche effetto sull’Area e che l’ascensore venga subito riparato. Altrimenti non resta che rivolgersi alla Madonnina chiusa nell’edicola che sta proprio sotto il palazzo.
 

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