Sassari, operaio morto alla Gesam: via alle perizie sui cellulari dei colleghi di lavoro
Un operatore del centro di trattamento dei rifiuti è indagato per omicidio colposo, occultamento di cadavere, incendio doloso e inquinamento ambientale
Sassari Sono iniziate questa mattina a Sestu le operazioni peritali sul materiale informatico e sui telefoni cellulari sequestrati ai 35 dipendenti della Gesam, la ditta di trattamento rifiuti di Sassari dove il 25 luglio scorso è stato trovato morto l'operaio Antonio Masia, ucciso dall'impatto con un macchinario. Per il suo decesso la Procura di Sassari ha iscritto nel registro degli indagati Fabiano Mario Saba, collega di lavoro della vittima, con le ipotesi di reato omicidio colposo, occultamento di cadavere, incendio doloso e inquinamento ambientale. La pm Maria Paola Asara, titolare dell'inchiesta, ha affidato l'incarico di effettuare le perizie ai consulenti tecnici Giovanni Saba e Marco Partolino. Anche la Gesam, rappresentata dall'avvocato Nicola Lucchi, ha nominato due periti di parte, Giancarlo Rosa e Filippo Vignini. Propri esperti che partecipano alle operazioni peritali sono stati nominati anche dal difensore di Saba, l'avvocato Pierfrancesco Cherchi Minniti, e dal legale di parte civile che rappresenta la famiglia della vittima, l'avvocato Daniele Alicicco.
Gli inquirenti devono fare luce sulla morte di Masia, il cui corpo fu nascosto nei capannoni della Gesam e ritrovato a fine serata del 25 luglio dai colleghi e dai familiari preoccupati per la sua scomparsa. Inizialmente si pensò a un malore, ma le indagini della Squadra mobile e la successiva autopsia rivelarono che non si trattò di morte naturale. Inoltre il 6 agosto un incendio di natura dolosa distrusse completamente la struttura. Il rogo, secondo gli investigatori, potrebbe essere legato alla morte di Masia: l'ipotesi è che le fiamme siano state appiccate per nascondere le prove dell'incidente sul lavoro.