La Nuova Sardegna

Sassari

Iniziativa dei fedales 2003

Ittiri, una pensilina alla fermata del bus in ricordo dell’amico Antonio morto a 14 anni

di Giovanni Pisanu
Un momento dell'inaugurazione della pensilina voluta dai fedales 2003 per ricordare Antonio Meloni
Un momento dell'inaugurazione della pensilina voluta dai fedales 2003 per ricordare Antonio Meloni

La struttura inaugurata nel punto in cui lo studente perse la vita nel 2017

30 ottobre 2022
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Ittiri Ieri è stata inaugurata un’opera di alto valore simbolico per la comunità ittirese: una nuova e sicura pensilina che eviti il ripetersi di eventi tragici. Sono trascorsi cinque anni dalla prematura scomparsa di Antonio Meloni, lo studente 14enne che perse la vita investito alla fermata, davanti a tanti altri giovani, da un pullman diretto a Sassari che come ogni mattina l’avrebbe portato a scuola. La vicenda sconvolse tutti, coetanei e non, presenti quella mattina del 24 novembre 2017, che da subito pensarono a un gesto per ricordare il loro amico Antonio. I “fedales 2003”, quindi, si sono autofinanziati e hanno raccolto circa 7mila euro per riqualificare l’area della fermata di Missingiagu e costruire una grande e moderna struttura dove attendere in sicurezza i pullman. Alla pensilina i coetanei di Antonio hanno voluto dare la forma di un punto di domanda, illuminato da Led, per interrogarsi sul motivo per cui certe tragedie possano succedere. Nell’area a ridosso della fermata i genitori di Antonio hanno piantato un albero di magnolia, che simboleggia la dignità.

È stata una mattinata di commozione e ricordo cui hanno partecipato tanti cittadini. All’inaugurazione erano anche presenti i ragazzi dell’Istituto comprensivo di Ittiri, compresi quelli delle terze medie, che il prossimo anno potranno usufruire di una sicura, moderna e accogliente fermata. Il sindaco Antonio Sau ha sottolineato come da subito l’amministrazione comunale e i suoi dipendenti abbiano sostenuto questo progetto, sia economicamente, con 40mila euro, ma soprattutto per il valore simbolico che ha per l’intera comunità. «Bisogna fare un plauso a tutti i ragazzi del 2003 – ha detto Sau – per come hanno voluto ricordare e pretendere, giustamente, un miglioramento urbanistico di una zona che era insicura e che purtroppo in maniera indiretta aveva contribuito alla perdita del loro caro amico».


 

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