«L’attentato ad Alghero fallì per un errore sul timer»
Al centro del processo Arcadia l’ordigno inesploso nel 2003
Sassari La strage sventata per un soffio a maggio di venti anni fa davanti all’azienda di soggiorno e turismo di Alghero è stata al centro del processo “Arcadia” che si è svolto ieri davanti alla corte d’assise presieduta da Massimo Zaniboni.
Sono in tutto 18 gli imputati che devono rispondere di associazione eversiva con finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico per la serie di attentati (alcuni andati a segno altri falliti) che vennero commessi in diverse zone della Sardegna tra il 2002 e il 2004, rivendicati dalle sigle Oir e Npc. Per questi fatti nel 2006 ci fu un’ondata di arresti.
Tra le centinaia di testimoni citati dal pubblico ministero della Dda di Cagliari Paolo De Angelis figurano soprattutto forze dell’ordine. Ieri in particolare si è parlato del fallito attentato di Alghero. La mattina del 22 maggio del 2003, infatti, fu trovato un ordigno da alcuni dipendenti dell’Azienda di soggiorno, all’apertura degli uffici. Doveva esplodere perché il congegno, perfettamente funzionante, era innescato. Nessuna intimidazione o avvertimento, dunque, ma un attentato in piena regola, fallito di un soffio. «Che la bomba fosse stata confezionata da persone inesperte – ha spiegato il maresciallo dei carabinieri Matteo Secchi, all’epoca al comando del radiomobile di Alghero – fu subito evidente perché commisero degli errori che fortunatamente non portarono all’esplosione». Uno fra tutti l’errata “sincronizzazione” del timer. «Per come era stato impostato, l’ordigno sarebbe esploso 23 ore dopo l’orario del ritrovamento», ha spiegato sempre Secchi che ha anche illustrato in che modo era stata confezionata la bomba. Si trovava dentro una busta da boutique che era stata nascosta dietro un grosso vaso, c’erano poi un timer, una batteria e una cartuccia calibro 12 imbevuta di materiale infiammabile che doveva fungere da detonatore. Il tutto collegato con dei fili elettrici a un bidoncino di plastica contenente circa 5 litri di benzina.
Il processo proseguirà a febbraio con altri 25 testimoni.