La Nuova Sardegna

Sassari

Osilo, mensa irraggiungibile all’alunna disabile: vietati i pasti in aula

di Mario Bonu
Il complesso scolastico di Osilo
Il complesso scolastico di Osilo

Ignorati dalla scuola i certificati medici

2 MINUTI DI LETTURA





Osilo “Si certifica che l’alunna… è affetta da gravi patologie invalidanti. Pertanto sarebbe opportuno che durante il periodo invernale non venisse sottoposta ad eccessivi sbalzi termici per poter accedere alla mensa scolastica, ma che possa consumare il pasto all’interno della propria aula». È – proprio così come esattamente riportata – la certificazione scritta del medico di base di un’alunna che frequenta la scuola elementare di Osilo. Ed è anche la richiesta presentata alla scuola più di due settimane fa dai genitori della bambina affetta, appunto, da gravi patologie invalidanti. Richiesta che almeno sino a oggi è rimasta senza risposta alcuna, così come pure quelle del 26 e 27 gennaio, e del 6 febbraio. Perciò, dal 27 gennaio, considerato che la loro figlia non può consumare il pranzo in classe, e al fine di evitarle i notevoli sbalzi termici dell’inverno osilese, negli spostamenti dall’aula alla mensa e viceversa, i genitori della bambina all’ora di pranzo la prelevano e la riportano a casa. Con il risultato che la stessa alunna perde anche le attività pomeridiane, in quanto, sempre per risparmiarle i rigori dell’inverno in cima al Tuffudesu, non viene riaccompagnata a scuola.

Si tratta di una situazione che ovviamente indigna i genitori, i quali ripetutamente hanno richiesto alla scuola di provvedere in merito e di osservare le prescrizioni del medico di famiglia. Il 26 gennaio, ad esempio, chiedevano «la possibilità che, in maniera continuativa in tutto il periodo invernale, il pasto venga somministrato in aula per evitare che la bambina sia esposta alla pioggia o anche al vento freddo, oltre che a bruschi sbalzi di temperatura entrando e uscendo dal plesso scolastico sia prima ma soprattutto dopo il pasto». Un tentativo di salvaguardare lo stato di salute della loro piccola.

In altre occasioni, ricorda la mamma della bambina, la dirigente scolastica ha prospettato informalmente difficoltà che riguardano il documento sulla sicurezza, la disponibilità del bidello, situazioni igieniche da definire. «Eppure – sottolinea con dispiacere la mamma dell’alunna – tutte quelle difficoltà non sono mai esistite quando si è rotto il montascale – ed è capitato spesso – e mia figlia è stata costretta giocoforza a consumare il pasto in aula».

«Appena avrò avuto delle risposte da parte della scuola o da chi di competenza – conclude amaramente la mamma della bambina - forse riprenderò, oltre che a far usufruire del servizio mensa la bambina, ad avere fiducia e stima nel sistema scolastico per una fattiva collaborazione e integrazione tra scuola e famiglia decantata spesso da tanti ma quasi mai attuata dai più». Sul caso è intervenuto anche l’Ufficio scolastico regionale che ha chiesto alla dirigente di trovare una soluzione.


 

Primo piano
L’emergenza

Nell’inferno di Patologia medica: 1 infermiere per 12 pazienti

di Luigi Soriga
Le nostre iniziative