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Anpi, la marcia dei nuovi partigiani: «Perché siamo sempre antifascisti»

di Dario Budroni
Anpi, la marcia dei nuovi partigiani: «Perché siamo sempre antifascisti»

Il presidente dell’associazione ha 29 anni: «Cambiano i tempi, non le discriminazioni»

14 aprile 2023
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Sassari Il vento fischia ancora ma il timore è che si trasformi in un debole soffio. Per questo l’Anpi va alla ricerca di nuove energie. A Sassari il presidente dell’associazione dei partigiani è per esempio un ragazzo nato mezzo secolo dopo la lotta nelle montagne e nelle città. Thomas Arras, 29 anni, guida l’Anpi sassarese dal 2018 e adesso si trova nel bel mezzo dei preparativi. Il 25 aprile è alle porte e le iniziative da mettere in campo sono diverse. Incontri, sit-in, cerimonie, un pranzo: una serie di appuntamenti organizzati insieme ad associazioni, sindacati e partiti per ribadire il fatto che l’antifascismo non ha mai smesso di avere un senso. «Basti pensare alla situazione paradossale in cui ci troviamo oggi – dice Arras –, considerato che abbiamo alcune delle massime cariche dello Stato che proprio non riescono a pronunciare la parola antifascismo. Pensiamo a ciò che ha affermato qualche giorno fa Ignazio La Russa su via Rasella oppure a ciò che ha detto Giorgia Meloni sulle Fosse Ardeatine. Quelle persone non sono state uccise perché italiane, ma perché antifasciste».

Antifascisti oggi Non è solo una battaglia su ciò che è stata la Resistenza. Essere antifascisti oggi ha un significato che va oltre. «Non vedo il pericolo di un ritorno del fascismo, almeno non nelle forme in cui si è affermato – spiega Thomas Arras –. I tempi sono cambiati. Ma, come diceva Umberto Eco, il fascismo si può sempre ripresentare in altre forme. Molte idee sono ancora presenti e vengono portate avanti in determinati contesti e situazioni, quando si vuole per esempio cavalcare il malcontento. In molti casi si alimentano i bassi sentimenti della popolazione che trovano nel migrante o negli omosessuali il nemico». In città l’Anpi conta oggi circa 300 iscritti e il numero dei giovani è in aumento. «Sassari ha una importante tradizione antifascista – sottolinea Arras –. Basti pensare che questa città ha espresso Enrico Berlinguer, segretario del Pci, e i presidenti della Repubblica Francesco Cossiga e Antonio Segni, che hanno dato un contributo al paese nel solco delle istituzioni democratiche. Purtroppo, però, a Sassari come in tutta Italia dobbiamo fare i conti con un certo disimpegno politico. Un tempo le sezioni e i circoli dei partiti erano pieni di militanti, oggi tutto questo è diminuito. Anche per questo motivo è importante il ruolo dell’Anpi: l’associazione dei partigiani contribuisce a tamponare lo scollamento tra politica e cittadini».

Il programma In vista della festa della Liberazione è stato messo in piedi il Comitato 25 aprile. È guidato dall’Anpi, raggruppa numerose sigle e organizza le manifestazioni dei prossimi giorni. Si comincerà il 20 aprile alle 19.30 al Borderline con la proiezione del film «Baci rubati», a cura del Mos e alla presenza della regista Gabriella Romano. Il 25 aprile, alle 9.20, un corteo accompagnato dalla banda si muoverà dall’emiciclo Garibaldi per raggiungere il municipio, dove alle 10 si terrà la cerimonia istituzionale organizzata dal Comune. Subito dopo in piazza Santa Caterina il sit-in con la partecipazione di Theatre en vol con Tracce, Lolek ensamble, Daniela Cossiga e Brigata Resistenza. Più tardi il pranzo antifascista nel circolo Arci Il Vecchio Mulino. A maggio, invece, nel Salone del centenario della Cgil la presentazione del libro «Se il fascismo va di moda» di Lara Ghiglione. Il Comitato 25 aprile è composto dalle principali associazioni democratiche e antifasciste che fanno parte del Coordinamento antifascista di Sassari: Arci, Emergency, Ponti non muri, Earth Gardner, Noi donne 2005, Mos, Udu, Theatre en vol, 6000 Sardine Sassari, Comitato fermiamo la guerra Sassari, Comitato siamo tutti importanti, Caritas, Acli e Alisso. Presenti anche alcuni partiti: Pd, Sinistra Italiana, Verdi, Progressisti, M5s, il gruppo locale Futuro comune, Rifondazione comunista. Fa parte del comitato anche la Cgil.
 

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