La Nuova Sardegna

Sassari

Al "Paglietti"

Pietro Grasso ai liceali di Porto Torres: «Conservo l’accendino di Falcone, mi ricorda la luce della legalità»

di Gavino Masia
Pietro Grasso ai liceali di Porto Torres: «Conservo l’accendino di Falcone, mi ricorda la luce della legalità»

Il magistrato all’incontro con gli studenti

19 maggio 2023
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Porto Torres Il periodo vissuto da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sull’isola dell’Asinara - senza il quale non ci sarebbe stata la svolta del maxi processo - è un luogo della memoria dove sono scolpiti i principi di legalità scritti dalle mani dei due magistrati». Tanta emozione nelle parole pronunciate dal magistrato ed ex presidente del Senato Pietro Grasso ieri mattina davanti agli studenti liceali del “Paglietti”, nell’auditorium della scuola, durante la lezione di educazione alla legalità dedicato alle generazioni più giovani. Un incontro-dibattito insieme all’ex procuratore generale della Corte di Cassazione, Giovanni Salvi, dove hanno raccontato il sacrificio degli uomini delle istituzioni per contrastare le organizzazione criminali che negli ultimi anni del secolo scorso hanno insanguinato l’Italia. L’evento è stato organizzato dalla Fondazione “Vittorio Occorsio”, con la coordinatrice regionale Ursula Ruiu, nata nel 1976 nel ricordo del magistrato, medaglia d’oro al valore civile, vittima di un attentato terroristico di matrice neofascista avvenuto a Roma il 10 luglio 1976.

Il racconto di Pietro Grasso è cominciato dalla situazione palermitana negli anni dal 1981 al 1983, con le strade lastricate di morti ammazzati a cui si aggiunsero quelli di lupara bianca. «Un numero impressionante di mille cadaveri in quei pochi anni – aggiunge l’ex presidente del Senato – che continuarono con gli omicidi eccellenti di coloro che rappresentavano le istituzioni: la speranza era in quel viaggio all’Asinara di Giovanni Falcone con la compagna Francesca Morvillo e Paolo Borsellino con i tre figli, sottratti ai loro amici quell’estate del 1985 e catapultati improvvisamente in un carcere di massima sicurezza per lavorare notte e giorno, completare le indagini ed evitare così la scadenza dei termini di scarcerazione dei mafiosi pericolosi». La storia finisce con il maxi processo nell’aula bunker di Palermo, dove Pietro Grasso fu giudice a latere, e nelle condanne agli uomini di mafia.

«Di Giovanni Falcone conservo ancora l’accendino che mi aveva detto di tenere durante uno dei tanti nostri viaggi in aereo – ricorda l’ex Procuratore nazionale antimafia – , per restituirlo nell’ipotesi che avrebbe ripreso a fumare, e ogni tanto lo accendo perché rappresenta la luce della legalità a cui tengo tanto». L’ex procuratore Giovanni Salvi ha detto di aver imparato tanto dai due magistrati del pool antimafia. «Abbiamo avuto la grande opportunità di conoscere uomini di grande rilievo e di imparare da loro nuovi strumenti di investigazione. Coltivare la memoria significa ricordare sempre e comunque chi ha sacrificato la vita per metterla a disposizione delle istituzioni». All’incontro-dibattito, moderato dal professore Flavio Piras, ha fatto gli onori di casa il dirigente scolastico Daniele Taras: «Il territorio sta attraversando un momento di crisi economica e sociale che sta raggiungendo il livello di guardia. Occorre vigilare e intervenire in modo rapido e deciso. In questo senso la scuola rappresenta da sempre un avamposto da cui agire».

Il sindaco Massimo Mulas ha fatto un appello, rivolto agli studenti: «Non appassionatevi ai politici, ma alla politica. Il vostro sapere e l’animosità garantiscono quei processi di legalità in cui questo territorio si regge». Il direttore del Parco Asinara, Vittorio Gazale, dall’album dei ricordi ha descritto la storia carceraria e non solo dell’isola.
 

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