La Nuova Sardegna

Sassari

Il contenzioso

Il camping Li Nibari chiude i battenti, finirà all'asta

di Salvatore Santoni
Il camping Li Nibari chiude i battenti, finirà all'asta

La struttura di proprietà del Comune di Sorso, a Platamona, garantiva 30mila presenze che mancheranno all’appello

25 maggio 2023
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Sassari L’imminente stagione di Platamona comincerà una struttura ricettiva in meno. Il campeggio Li Nibari, infatti, ha ufficialmente chiuso i battenti. Il compendio balneare di proprietà del Comune di Sorso, un tempo fiore all’occhiello delle vacanze lungo la fascia costiera della Romangia, è caduto in disgrazia dopo una lunga e lenta agonia. La gestione, infatti, dopo mille peripezie è finita al centro di un braccio di ferro giudiziario tra pubblico e privato. Il risultato? La struttura è rimasta orfana di una gestione.

Gli effetti Cancelli sbarrati a Li Nibari significa circa 30mila presenze che quest’anno mancheranno all’appello nella contabilità comunale. Sì, perché con l’avvento dell’imposta di soggiorno i turisti non si pesano più soltanto a livello di riflessi nel tessuto economico locale ma anche come entrate nel bilancio pubblico. Quest’anno quei posti letto giornalieri – oltre 200 più i posti tenda e roulotte – non saranno disponibili. Una situazione che potrebbe riflettersi sulle previsioni di gettito stimate a inizio anno dal Comune. E tagliare le previsioni di gettito significa dover tagliare anche quelle sulla spesa.

Il benservito Oltre a case mobili e bungalow, nei suoi 11 ettari di estensione, il campeggio ha anche zone dedicate alle piazzole per roulotte. E proprio nei giorni scorsi, i proprietari di quest’ultime hanno ricevuto una comunicazione di sgombero da parte del gestore. La ditta, infatti, ha fatto sapere agli ormai ex clienti che quest’estate non avrà la gestione del campeggio. E per questo motivo i clienti sono stati invitati a mettersi in contatto con un custode designato che si occuperà di farli accedere per portare via roulotte ed eventuali attrezzature.

Gioco dell’oca Lo sgombero delle roulotte è soltanto l’ultimo atto di una smobilitazione che va avanti in silenzio già da parecchi mesi. Cioè da quando il Comune ha chiesto la rescissione contrattuale alla Sardegna holidays contestandole una serie di presunte inadempienze. La guerra a colpi di Pec si è poi trasferita in tribunale. In ogni caso la situazione dei rapporti su Li Nibari è in crisi già da anni, prima ancora dell’arrivo dell’attuale amministrazione. E l’approccio della parte pubblica – come dimostrano molte riunioni di commissione consiliare sul tema – è sempre stato cauto e indirizzato a mantenere lo status quo, cioè tenere aperto il campeggio “costi quel che costi”, innescando un contorto gioco dell’oca.

Lo scontro Il rapporto tra la Sardegna holidays e il Comune di Sorso – il contratto va avanti da poco meno di 10 anni – è stato molto travagliato. I primi problemi sono sorti all’atto delle scadenze contrattuali che imponevano alla ditta la presentazione di un piano che prevedeva 1,3 milioni di investimenti mai realizzati. Piu tardi il Comune contestò ritardi nei pagamenti dei canoni e anche il passaggio della gestione del Lido di Sorso (che avrebbe dovuto restare in capo alla Sardegna Holidays) alla società guidata dal ristoratore Antonello Zappino. Contestazioni formali circa un sub affitto realizzato in violazione del contratto rimaste, però, inattuate negli effetti sanzionatori. Anche perché poi la situazione del lido e degli arretrati sul canone del campeggio venne riportata nei binari – pochi giorni dalle elezioni comunali del 2019 – con una transazione sanate approvata dall’allora giunta comunale dell’ex sindaco Giuseppe Morghen. Con l’avvento dell’attuale amministrazione, guidata dal sindaco Fabrizio Demelas, l’atteggiamento del Comune è cambiato: ha chiesto la rescissione unilaterale del contratto. La decisione del giudice è attesa per il prossimo mese di dicembre.

Nel frattempo, però, la Sardegna Holidays ha deciso di lasciare la gestione del campeggio.

In vendita Il futuro di Li Nibari è pressoché segnato. L’amministrazione comunale, infatti, ha intenzione di mettere la struttura all’asta. Lo ha annunciato lo stesso primo cittadino in aula qualche settimana fa, confermando le voci che da tempo rimbalzavano a palazzo. L’unica incognita riguarda l’eventuale risposta del mercato. Il compendio, infatti, già in passato era andato a gara ma non aveva attirato alcuna offerta di acquisto. La parte della gara relativa all’affitto era andata meglio, invece, e infatti campeggio e lido erano finiti in locazione alla Sardegna Holidays. Secondo una perizia di stima commissionata dal Comune nel 2021 il valore di mercato del campeggio e delle annesse strutture si aggira intorno a 4 milioni di euro.

La perizia Secondo una perizia di stima, commissionata nel 2021 dal Comune a un professionista, il valore di mercato del campeggio e delle annesse strutture si aggira intorno ai 4 milioni di euro: circa un milione per i terreni e circa tre per strutture presenti (impianti, piazzole, piscine, depositi, ristorante e servizi, e altro ancora). Nel 2013, quando fu pubblicata la gara, la base d’asta per la vendita – e quindi la stima del valore di allora – era di circa 6,4 milioni. Significa che in circa dieci anni il campeggio ha perso circa 2,5 milioni di euro di valore. Principalmente per effetto dell’emorragia di volumetrie – decine di migliaia di metri cubi – che sono evaporate durante l’adeguamento del Puc al piano paesaggistico regionale.

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