Sassari, nell’ex convento dei Cappuccini un centro per sessanta migranti
L’accordo tra Curia e Prefettura consentirà di ospitare anche minori soli
Sassari «È un’emergenza che interpella la società nel senso più ampio e più largo, non semplicemente la Chiesa e quindi nel dialogo tra istituzioni abbiamo messo a disposizione l’ex convento dei Cappuccini, seguendo il percorso indicato da Papa Francesco che è quello di superare l’indifferenza». L’emergenza è quella dei migranti e ieri mattina l’arcivescovo di Sassari, monsignor Gian Franco Saba, ha spiegato in che modo la Curia sassarese è venuta incontro alla richiesta di aiuto e supporto logistico arrivata dalla Prefettura di Sassari per accogliere una parte delle 650 persone provenienti da diversi stati dell’Africa, accolte in tutta la provincia. Monsignor Saba e la prefetta Paola Dessì hanno incontrato i giornalisti nella sala “Salvatore Isgrò” dell’episcopato e spiegato, insieme al direttore della Caritas Antonello Spanu, quali azioni sono già state messe in campo. Dalla notte del 26 luglio scorso è stata avviata la convenzione tra la Prefettura e l’arcidiocesi che ha già consentito di accogliere 31 migranti negli spazi lasciati liberi dagli ultimi quattro frati Cappuccini che hanno lasciato la città i mesi scorsi dopo tanti anni. A 31 migranti già arrivati se ne aggiungeranno altri cinque che arriveranno nelle prossime ore. Ventisei di loro - è stato spiegato ieri mattina - sono giovanissimi non accompagnati. Gli stranieri, provenienti da altri centri di accoglienza della penisola, saranno divisi in due “Cas” indipendenti: quello per minori, con 26 ragazzi tra i 14 e i 17 anni, e quello per adulti con 13 donne, di cui 5 gestanti, e 10 minori tra un anno e i 9 anni di età. Il centro dell’ex convento dei Cappuccini sarà in grado di ospitare in tutto sessanta migranti e accanto alla struttura continuerà a esistere la parrocchia con le sue normali attività ecclesiastiche. «Tutte le numerose manifestazioni di interesse di appalti che la Prefettura ha bandito - ha spiegato la prefetta Paola Dessì - sono andate deserte, quindi la nostra esigenza è ora quella di trovare forma di accoglienza che non siano quelle degli imprenditori che non partecipano a questa attività».
I migranti saranno assistiti da due équipe professionali composte da 15 persone ciascuna, a cui si aggiungono come supporto i volontari della Caritas. «La Caritas per natura risponde alle azioni di carità che la diocesi e il vescovo indica - ha spiegato il direttore Antonello Spanu - il nostro compito è quello di introdurre queste persone a tutti i diritti, dal punto di vista sanitario all’istruzione e poi di inclusione e di lavoro. Cercheremo di valorizzare questa esperienza - ha aggiunto Spanu - come un’occasione formativa di dialogo, perché l’umanità cresca e i territori siano sempre più inclusivi e accoglienti».
I locali messi a disposizione dall’aricdiocesi di Sassari e, in precedenza, anche dalla diocesi di Ozieri -ha sottolineato la prefetta Dessì - hanno finora permesso di evitare di dover far ricorso a tendopoli, come invece accaduto in alcune realtà della penisola.
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