Metano, Porto Torres al centro del sistema di stoccaggio: intesa governo-Regione
I cinque punti in un decreto legge di prossima approvazione
Cagliari Il governo adesso mette una data per superare il cosiddetto decreto Draghi sul sistema energetico sardo: la prossima settimana. Come anticipato dalla Nuova ai primi di ottobre, è stato definito il protocollo di intesa in quattro punti tra Regione e governo per superare il decreto, che a metà novembre andrà al vaglio del Consiglio di Stato e ridisegnare in parte il sistema di approvvigionamento e distribuzione del metano.
Ieri, 19 ottobre, parlando alla commissione parlamentare per il contrasto agli svantaggi dell’insularità, il ministro dell’ambiente e sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin ha annunciato che «le condizioni attuali sono che potrebbe esserci un accordo con la Regione per far cadere la previsione di udienza al 16 novembre. Dovremmo chiudere la prossima settimana o quella dopo. Nei prossimi giorni è previsto un incontro del tavolo fra la Regione e la struttura tecnica del Ministero. Sono stati trovati dei punti di convergenza. Mancano alcune fasi di definizione. Ora l’unica certezza è Porto Torres, perché su Portovesme c’è l’opposizione della Regione. Io ho detto a Snam e all’ente locale di mettersi d’accordo e di dirmi dove va fatto il rigassificatore per il sud dell’isola. Bisogna creare in Sardegna le stesse condizioni di sicurezza energetica del continente».
In questo modo Pichetto conferma due dei quattro punti dell’intesa: la presenza di un rigassificatore capiente a Porto Torres e la presenza di una rete principale di trasporto del gas dai poli ai bacini, la cosiddetta dorsale; gli altri punti non citati riguardano la collocazione di un rigassificatore a Cagliari, Macchiareddu o una nave al porto canale e dei tre bacini di Oristano e soprattutto la garanzia che gli utenti che non sono collegati alla rete e che riceveranno il metano su gomma pagheranno la stessa tariffa di trasporto degli altri.
Adesso l’unica incertezza è chi firmerà un protocollo che arriva alla fine di una estenuante trattativa. Sarà la coppia Meloni-Solinas a firmare il testo a Palazzo Chigi oppure toccherà al ministro Pichetto e all’assessore Anita Pili ? Una risposta che si intreccerà con le scelte sulle candidature del centro destra.
Nessun dubbio invece sullo strumento che sostituirà il decreto, che sarà ritirato dal governo prima del 16 novembre: sarà un decreto legge, gerarchicamente superiore, che cancellerà così anche la legge alla base del decreto Draghi, quella votata dal Parlamento durante il governo Conte II e fortemente voluta dai Cinque Stelle. Pichetto-Fratin nel corso dell’audizione ha anche detto che arriverà presto il decreto sulla aree idonee e uno sull’eolico off-shore, nel quale verranno tracciati i criteri e i tempi. Amara la considerazione sulle centrali a carbone, comprese le due sarde: «avrei voluto chiuderle prima, se fosse stato possibile».
L’annuncio della firma dell’intesa, trova comunque critiche le opposizioni. Il senatore Pd Marco Meloni giudica «grave che il presidente Solinas, dopo aver negato alla commissione Insularità qualsiasi informazione sul contenuto dell’accordo, o quantomeno sugli obiettivi della Regione, continui a non informare né l’opinione pubblica né le realtà istituzionali e produttive sul contenuto dell’intesa». «La giunta Solinas ha subito dal governo tutte le scelte di politica energetica, basti pensare alle disparità di trattamento che hanno impedito alle famiglie sarde con redditi bassi di accedere al bonus gas nazionale, in modalità automatica dal 2021».