La Nuova Sardegna

Sassari

Circonvenzione di incapace

Sassari, 38mila euro al medico più giovane di 30 anni: «Era innamorata e credeva di sposarlo»

di Luca Fiori
Sassari, 38mila euro al medico più giovane di 30 anni: «Era innamorata e credeva di sposarlo»

Sul banco degli imputati un radiologo algherese. In aula il racconto di un’amica della presunta vittima della truffa scompara due anni fa a 85 anni

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Sassari «Lei era innamorata di quel medico ed era convinta che anche lui lo fosse di lei. Per questo, nonostante la grande differenza di età, si lasciò convincere che quell’uomo volesse veramente sposarla e per diverso tempo gli elargì grosse somme di denaro».

Ieri sul banco dei testimoni - nel processo nei confronti del radiologo algherese Gianni Maria Penduzzu, di 67 anni - una donna molto vicina alla presunta vittima ha raccontato in aula le pene d’amore della sua amica 85enne e di come per diverso tempo in qualche modo la presunta vittima «mantenesse» economicamente l’imputato.

L’anziana (scomparsa due anni fa) sarebbe stata convinta a versare in varie tranches 38mila euro sul conto del radiologo algherese che ora deve difendersi dall’accusa di circonvenzione di incapace. Suo figlio, assistito dall’avvocato Pier Giovanni Arru, si è costituito parte civile nel processo. Ieri mattina i difensori del radiologo, gli avvocati i Pietro Diaz e Giovanni Antonio Manca, hanno chiesto all’amica della anziana benestante se la donna fosse in grado di condurre una vita normale e se avesse grosse disponibilità economiche.

La testimone ha confermato che fino al 2017 la donna guidasse la macchina, frequentasse un gruppo di giocatori di Burraco e fosse lucida, ma subito dopo andò incontro a un decadimento cognitivo e a gravi dimenticanze. Secondo la Procura infatti il medico avrebbe abusato dello stato di infermità psichica della donna proprio in quel momento, per impossessarsi dei suoi soldi. Il reato sarebbe stato commesso non durante l’esercizio della sua professione, ma nell’ambito di una frequentazione amichevole. La signora però, 30 anni più grande dell’imputato, proprietaria di ville a Porto Cervo, Cagliari e Alghero, era «affetta da disturbo neuro cognitivo e degenerativo». Una patologia che «comprometteva le autonomie nelle attività personali e strumentali di vita quotidiana» ha scritto il consulente tecnico Rossella Cherchi. Per la Procura il medico avrebbe dunque approfittato della condizione clinica dell’anziana «frequentando la sua abitazione a titolo di amicizia e facendosi rilasciare otto assegni per un ammontare complessivo di 38mila euro».

L’uomo era stato denunciato dalla guardia di finanza al termine di un’attività investigativa condotta dal Nucleo mobile della compagnia di Alghero. A far entrare in azione le Fiamme Gialle era stato il figlio dell’anziana che si era rivolto all’avvocato Pier Giovanni Arru, lo stesso che lo sta tutelando anche nella fase giudiziaria. Era rimasto stupito nel notare gli strani movimenti di denaro dal conto corrente bancario della madre.

A farlo insospettire erano stati in particolare degli assegni in uscita disposti a favore di un uomo di cui lui non sapeva nulla, poi risultato un conoscente stretto dell’anziana benestante: il radiologo, appunto. Il figlio dell’anziana, allarmato, aveva bloccato tutto e contattato il medico per chiedergli spiegazioni, ma senza ottenere risposte soddisfacenti sui motivi che potessero giustificare le transazioni. E così era andato dalla Finanza. Prossima udienza il primo febbraio.

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