La Nuova Sardegna

Sassari

In Pinacoteca

Sassari, apre la mostra della collezione “nascosta” di Giuseppe Biasi

di Paolo Ardovino
Sassari, apre la mostra della collezione “nascosta” di Giuseppe Biasi

Inaugurata nella Pinacoteca di piazza Santa Caterina l’esposizione con le opere dell’artista sassarese tratte dal fondo regionale che giaceva nei depositi del museo dell’ex convento del Carmelo

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Sassari Questa sera, giovedì 22 febbraio, all'apertura delle porte, al piano terra della Pinacoteca nazionale di Sassari, «oltre trecento persone», dicono gli addetti della struttura, hanno riempito le sale con l'esposizione della collezione regionale di Giuseppe Biasi. Un evento unico, la cui portata, come ha suggerito anche la direttrice del museo Maria Paola Dettori «è di livello nazionale, non solo circoscritta al panorama artistico regionale».

Circa trenta opere da adesso sono visitabili tutti i giorni e sono pronte a far scoprire nuovi lati del pittore e illustratore sassarese attivo nella prima metà del Novecento. Sì perché i quadri ora alle pareti della Pinacoteca in piazza Santa Caterina vengono da una collezione di 293 opere di Biasi della Regione Sardegna che giaceva, impolverata, nei depositi del museo dell'ex convento del Carmelo in viale Umberto. In accordo con Ministero della Cultura, direzione Musei Sardegna e Soprintendenza di Sassari e Nuoro, ieri si è cominciata a svelare «una prima parte» della collezione.

«Le opere attraversano temi identitari sardi, si concentrano sul ritratto, le processioni e i momenti conviviali maschili e femminili - così la direttrice Dettori -. Il percorso prosegue tra sacro e profano, e con un contributo scientifico importante che ci permette ora di attribuire i nomi a ritratti prima anonimi».

Nell'arco di un anno, con opzione rinnovabile, la Pinacoteca avrà a disposizione questa grandiosa collezione che verrà svelata un tassello alla volta seguendo fili tematici e in dialogo con i Biasi al secondo piano di proprietà della struttura e tutta l'esposizione permanente. Dettori, che ha presentato la mostra alla presenza dell'assessore regionale agli Enti locali, Aldo Salaris, ha precisato poi come non si tratti di «opere sconosciute» ma di una grande e unica occasione per «riscoprire» anche pezzi che già vennero esposti ed esaltati alla Biennale di Venezia nel 1909 e nel 1912.

(video e foto a cura di Ivan Nuvoli)

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