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Criminalità

Sassari, furto in villa a Monte Bianchinu: rubati gioielli per 250mila euro

di Luca Fiori
Sassari, furto in villa a Monte Bianchinu: rubati gioielli per 250mila euro

I carabinieri hanno già individuato i due presunti responsabili, ma la refurtiva non è stata recuperata. Uno dei due malviventi incastrato dalle telecamere dell’impianto di videosorveglianza

28 febbraio 2024
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Sassari Hanno atteso pazientemente che la proprietaria uscisse di casa e si chiudesse alle spalle il cancello elettrico, poi sono entrati in azione indisturbati nella tenuta che si estende per dieci ettari tra via Prunizzedda e Monte Bianchinu, facendo razzia di gioielli e argenteria.

Era stato pianificato nei dettagli - tranne un piccolo particolare - il colpo messo a segno due settimane fa (quasi certamente su commissione) all’interno della villa di una pensionata sassarese poco più che settantenne, che ha fruttato un bottino di circa 250mila euro, per ora sparito nel nulla.

È stato però proprio quel piccolo particolare di cui non hanno tenuto conto, l’impianto di videosorveglianza, a far finire nei guai due sassaresi già noti alle forze dell’ordine. Sono stati i carabinieri della sezione operativa a rintracciarli - a tempo di record - poche ore dopo il colpo e la denuncia presentata in caserma dalla derubata.

Uno dei due, un sassarese di 42 anni, quando gli investigatori dell’Arma lo hanno intercettato e fermato - il pomeriggio del 15 febbraio scorso - aveva ancora addosso gli indumenti con cui era stato immortalato dalle telecamere poche ore prima, mentre si allontanava a piedi dalla villa di Monte Bianchinu con i mano due bustoni carichi di preziosi.

Con il 42enne, a bordo di un’auto fermata poche ore dopo nella zona industriale di Predda Niedda, c’era un sassarese di 48 anni. Anche lui noto alle forze dell’ordine per via di una lunga serie di precedenti, avrebbe avuto - secondo gli inquirenti - un ruolo attivo nel colpo. Le prove a disposizione degli investigatori, comprese le immagini estrapolate dalla telecamere, nono sono bastate in quel momento a far scattare gli arresti, ma entrambi sono stati iscritti (a piede libero) nel registro degli indagati dal titolare dell’inchiesta, il sostituto procuratore Enrica Angioni.

Solo il 42enne, sul quale pendono le accuse più gravi, ieri mattina è comparso in tribunale davanti al giudice delle indagini preliminari Sergio De Luca. Assistito dall’avvocato Marco Palmieri, l’indagato ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere e non ha voluto riferire al gip che fine abbiano fatto gli oltre cinquanta pezzi della refurtiva che al momento si sono volatilizzati, a parte un orologio e un anello rinvenuti nella sua abitazione nel corso della perquisizione effettuata dai carabinieri.

Al termine della breve udienza il giudice ha applicato al 42enne la misura dell’obbligo di firma, mentre per il 46enne non è stata disposta alcuna misura cautelare. L’allarme all’ora di pranzo del 15 febbraio scorso è scattato quando - di rientro da un caffè con alcune amiche - la pensionata ha trovato il cancello del giardino aperto e subito dopo si è resa conto che qualcuno in una assenza aveva segato le sbarre metalliche poste a protezione di una finestra al pian terreno della sua abitazione.

Sul posto si sono precipitati i carabinieri dell’aliquota radiomobile e gli investigatori della sezione operativa, coordinati dal capitano Antonio Odoroso, comandante della compagnia. Dopo una breve ricognizione i carabinieri hanno passato al setaccio le immagini dell’impianto di videosorveglianza, scoprendo che qualche minuto prima delle 11 del mattino - poco dopo l’uscita da casa della proprietaria - un uomo con il volto coperto da un passamontagna era riuscito ad accedere all’abitazione, dopo aver segato le sbarre con un seghetto a batteria e rotto il vetro di una finestra. Circa mezz’ora dopo la stessa persona - questa volta con il volto scoperto dopo essersi liberato del passamontagna - è stata immortalata con in mano due bustoni carichi di gioielli. Agli investigatori è bastato ingrandire l’immagine e mettere a fuoco il suo volto per avere nome e cognome dell’autore del furto.

Le ricerche sono scattate immediatamente in tutta la città. Poche ore dopo l’auto del presunto responsabile del colpo è comparsa nei radar dei carabinieri a Predda Niedda: bingo. Dopo un breve pedinamento i militari hanno deciso di intervenire. Il 42enne che era alla guida indossava ancora gli stessi indumenti della mattina e ai piedi aveva le stesse scarpe da tennis sporche di fango. Subito dopo sono iniziate le perquisizioni, che per ora non hanno portato al ritrovamento dei gioielli.

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