La Nuova Sardegna

Sassari

Il processo

Delitto premeditato e crudele, il pm di Sassari: «Ergastolo per Fulvio Baule»

di Nadia Cossu
Delitto premeditato e crudele, il pm di Sassari: «Ergastolo per Fulvio Baule»

Nel 2022 il muratore di Ploaghe uccise a Porto Torres i suoceri con un’accetta e ridusse in fin di vita la moglie. La tesi dell’accusa: «Non ci fu alcun raptus, voleva i figli in esclusiva»

21 maggio 2024
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Sassari Fulvio Baule non ha agito in preda a un raptus, piuttosto ha colpito i suoceri e la moglie con premeditazione e crudeltà. Il motivo? Avere i due figli in esclusiva». Sono le parole del pubblico ministero Enrica Angioni che ieri – davanti alla corte d’assise presieduta da Massimo Zaniboni (a latere Valentina Nuvoli) – ha chiesto la condanna all’ergastolo per il muratore 42enne di Ploaghe. Carcere a vita ma anche isolamento diurno per un anno e decadenza dalla responsabilità genitoriale.

La pm ha ripercorso i momenti drammatici di quel 26 febbraio del 2022 in via Principessa Giovanna, a Porto Torres. Ricostruzione resa possibile anche grazie ai testimoni oculari che sono stati sentiti durante il processo. «Hanno reso dichiarazioni coerenti, circostanziate, puntuali. Ci sono due persone che hanno visto Fulvio Baule aggredire la moglie Ilaria, hanno visto un uomo anziano in pigiama (Basilio Saladdino ndc) uscito di casa per aiutare la figlia e hanno visto suo genero (l’imputato ndc) che a un certo punto lo ha fatto cadere, si è inginocchiato su di lui e ha cominciato a colpirlo con dei pugni in testa. Per poi andare in auto, prendere l’accetta e di nuovo mettersi a cavalcioni sull’anziano e infierire».

Quindi l’aggressione violenta alla suocera Liliana Mancusa (deceduta dopo un mese di agonia) e alla moglie dalla quale si stava separando. «Ilaria è incredibilmente sopravvissuta – ha sottolineato la Angioni – ma ha riportato conseguenze gravissime. Il maresciallo Serra ci ha ricordato in aula di come avesse la testa aperta in due parti e di come lui avesse cercato di “tenerla chiusa” in attesa dell’arrivo dell’ambulanza. Un accanimento efferato e la riprovevolezza dell’azione giustifica l’aggravante della crudeltà. Determinata anche dall’aver fatto assistere agli omicidi la moglie e i due piccoli che erano nel passeggino».

Esclusa l’aggravante dei futili motivi, la richiesta finale è stata quella dell’ergastolo. «Baule non ha mai mostrato pentimento – ha evidenziato Angioni – né dispiacere per la sofferenza cagionata alle persone offese». Sulla stessa linea gli avvocati di parte civile Silvia Ferraris e Gian Mario Solinas che tutelano i familiari delle vittime.

«Un crimine agghiacciante – ha detto la Ferraris – che avrebbe destabilizzato chiunque. Eppure Ilaria, che non è mai stata accettata dalla famiglia del marito, con tutte le sue forze ha sempre mantenuto un contegno dignitoso. Baule non ha mai detto “mi dispiace” ma ha anzi sempre cercato di trovare una giustificazione alle sue azioni». L’avvocato Solinas ha evidenziato le gravi conseguenze sulla salute fisica e psichica di Ilaria «affetta da crisi epilettiche. Totalmente inabile al lavoro, non potrà più garantire una sicurezza economica ai propri figli e non potrà nemmeno beneficiare del supporto dei genitori, uccisi dal marito». Entrambi gli avvocati hanno chiesto una provvisionale di 200mila euro a testa per ciascuno dei familiari e un risarcimento da definirsi in sede civile. Prossima udienza il 4 giugno quando la parola passerà all’avvocato difensore Nicola Lucchi.

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