Sassari dice addio a Marisa Buonajuto, moglie di Manlio Brigaglia
La professoressa era stata insegnante di Storia e filosofia di intere generazioni di sassaresi, sui banchi del Liceo Azuni
Sassari Si è spenta nel primo pomeriggio di oggi, venerdì 7 marzo, la professoressa Marisa Buonajuto, moglie dello storico Manlio Brigaglia. «A Sassari chi non è stato alunno mio, è stato alunno di mia moglie. E chi non è stato né alunno mio e né di Marisa, ha perso una grande occasione» era solito dire il professore, storica firma de La Nuova Sardegna.
La professoressa Marisa Buonajuto è stata l’insegnante di storia e filosofia di generazioni di sassaresi passati dai banchi del liceo Azuni, lasciando in tutti loro un ricordo indelebile di persona di grande cultura, buona, sempre disponibile al confronto.
«Ogni nuovo libro per Manlio era come un figlio», raccontava così la professoressa Buonajuto l’emozione che il professor Brigaglia provava ogni qualvolta dava alle stampe un suo nuovo lavoro. Una testimonianza diretta, la sua, visto che con il marito ha condiviso l’amore per la cultura e per la vita. E dopo la scomparsa del “prof”, aveva continuato un percorso instancabile per partecipare a qualsiasi incontro, riunione e attività dove si parlava di cultura e di Manlio Brigaglia.
Il suo impegno per la cultura sassarese non si è mai placato, neanche negli ultimi anni. Nel 2021, donò all’Archivio storico comunale l’archivio personale del marito, vero e proprio scrigno che custodisce diversi tesori della storia sassarese. Nel 2023, arricchì con la donazione di un ranghinatore risalente alla prima metà del Novecento, la collezione del museo dei macchinari agricoli dell’istituto Agrario di Sassari. Nella foto è immortalato proprio questo momento.
Da tempo la malattia, che aveva sempre affrontato con straordinario coraggio e determinazione, l’aveva costretta a spostarsi su una sedia a rotelle. La caduta verticale era arrivata dopo la scomparsa del marito, morto nel maggio del 2018, e da quel giorno la signora portava sempre la famosa sciarpa verde lunga immancabile nell’outfit del professore e dalla quale non si separava mai, neanche a letto.