Diffamò via mail un docente universitario di Sassari, condannato un suo collega dell’ateneo cagliaritano
L’imputato è Gianni Loy, dal 2024 è garante dei detenuti della città metropolitana di Cagliari
Sassari Era finito a giudizio per diffamazione aggravata dopo aver inviato in due distinti periodi – dicembre 2019 e gennaio 2020 – altrettante mail a diversi indirizzi di posta elettronica appartenenti ad alcuni professori dell’Università di Sassari, anche componenti del Senato accademico.
Email nelle quali Giampaolo Loy (conosciuto come Gianni) – ex docente nell’ateneo di Cagliari, avvocato, scrittore e dal 2024 garante dei detenuti della città metropolitana di Cagliari – per la Procura di Sassari avrebbe offeso la reputazione di Giovanni Maria Uda.
Ieri mattina il giudice Anna Pintore – accogliendo la richiesta della pm Rosanna Nurra – ha condannato l’imputato (difeso dall'avvocato Giovanni Battista Gallus) a 2800 euro di multa, oltre al pagamento delle spese processuali. Loy dovrà anche risarcire i danni subiti dalla persona offesa (costituitasi parte civile con l’avvocato Pierluigi Carta) da liquidarsi in separato giudizio e al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva di 7mila euro.
Ma perché Giovanni Maria Uda era finito “nel mirino” di Gianni Loy?
Professore universitario a Sassari, oggi anche prorettore agli Affari legali sempre nell’ateneo turritano, Uda era componente della commissione di Riesame che venne costituita nel 2013 per verificare le presunte irregolarità segnalate nell’espletamento del concorso “Rientro Cervelli” per sette posti di ricercatore a tempo determinato indetto dall’Università di Sassari. Concorso al quale aveva partecipato anche la moglie dell’imputato, esclusa perché arrivata decima nella graduatoria.
Era stata proprio lei, con denunce, ricorsi al Tar e anche una segnalazione alla Regione (che arrivò persino a sospendere il finanziamento) a ipotizzare i reati di omissione d’atti d’ufficio e abuso d’ufficio a carico dei componenti della commissione universitaria che valutò i requisiti dei candidati e attribuì i relativi punteggi.
In particolare, nella mail del 2019 – come si legge nel capo di imputazione – Loy aveva allegato una memoria difensiva che aveva scritto lui stesso (a sua difesa) in quanto nel 2018 era stato denunciato per diffamazione dall’allora rettore Carpinelli. In questa memoria si leggeva, tra l’altro, che “c’erano state delle gravi irregolarità nella procedura concorsuale e che la commissione di Valutazione aveva omesso il controllo sul contenuto delle domande di partecipazione mentre quella di Riesame aveva di fatto rinunciato all’esame delle stesse domande”.
Sempre in quella memoria – che tutti i professori ai quali era stata inviata la mail ebbero modo quindi di leggere – Loy “scriveva che il componente della commissione di Riesame Uda, al pari degli altri componenti, era stato indagato per omissione/rifiuto di atti d’ufficio e allegava gli atti di indagine della guardia di finanza di Sassari nei quali si ipotizzavano condotte delittuose a carico dei componenti della stessa commissione, omettendo però accuratamente e deliberatamente – sottolinea la Procura – di precisare che tale procedimento penale era stato archiviato dal gip il 17 gennaio 2018”.
In una seconda mail, a gennaio del 2020, ugualmente diretta a vari indirizzi di docenti sassaresi, Loy “accusava i membri della commissione, tra cui Uda – si legge sempre nell’imputazione – di avere deliberatamente e quindi dolosamente omesso di attivare gli opportuni e necessari controlli sulla regolarità della procedura sostenendo l’esistenza di un complotto che avrebbe danneggiato la sua assistita, nonché sua coniuge, vittima della cospirazione messa in atto dalle due commissioni in combutta con l’istituzione universitaria”.
«L’imputato – ha detto nella sua discussione la pm Nurra – ha agito con coscienza e volontà di diffamare: è un avvocato, ha competenze professionali e accademiche. Non si trattò di esercitare, con quelle mail, un diritto di cronaca o di critica perché era una critica monca. Visto che Uda non aveva alcun potere di controllare quelle domande». Da qui la richiesta di condanna per Gianni Loy, accolta dal giudice.