Lavori al Palazzetto di Sassari. L’assessore: «Presto il via libera»
Le rassicurazioni di Salvatore Sanna dopo la denuncia sui ritardi del presidente Dinamo Stefano Sardara
Sassari Un appalto nato male e che la giunta Mascia non vuole far finire peggio. Un percorso complicato che ancora non si è concluso e che ha messo in allarme il presidente della Dinamo Stefano Sardara, che pochi giorni fa aveva esternato pubblicamente la sua preoccupazione per la conclusione dei lavori al PalaSerradimigni.
Il palazzetto è da tempo un cantiere e siamo alla vigilia della parte più complicata del programma, quella che vedrà il sollevamento del tetto per ampliare la capienza. Lavori da farsi, come si suol dire, a bocce ferme, e quest’anno la Dinamo si è fermata presto.
Il presidente biancoblù si aspettava di vedere subito gli operai al lavoro ma così non è stato e l’amministrazione comunale spiega i motivi dello stallo, che sta comunque per essere sbloccato: «Siamo alle ultime battute del progetto esecutivo, che presto passerà all’attenzione della giunta per essere approvato in tempi rapidi – dice l’assessore ai Lavori pubblici Salvatore Sanna –, anche il bando per la nomina del direttore dei lavori, l’altra questione sollevata dal presidente della Dinamo, è in dirittura d’arrivo. Speriamo che tutto questo non vada a inficiare il cronoprogramma, ed è chiaro che certi interventi verranno eseguiti quando l’attività della Dinamo è ferma. Vogliamo fare le cose per bene, per non rischiare di dover fare un passo indietro nei momenti più delicati. Il discorso di Stefano Sardara è più che legittimo, ma vogliamo rassicurare tutti. Purtroppo abbiamo ereditato un appalto complicato che ha avuto un percorso tortuoso, ci teniamo a portarlo a conclusione nel migliore dei modi».
Sicuramente l’ampliamento del vetusto e glorioso impianto, inaugurato nei primi anni ’80 e scenario delle vicende della Dinamo dalla Serie B allo scudetto attraverso varie discese e risalite, non è nato sotto una buona stella. Firmato da Nicola Sanna alla vigilia del ballottaggio poi perso da Mariano Brianda con Nanni Campus, fu un’eredità da subito contestata dal suo successore che la definì una decisione “in articulo mortis” col peso di un pesante mutuo a carico del Comune stesso. Stiamo parlando del 2019 e cinque anni non sono bastati a concludere i lavori, col progetto che è stato in un primo momento ridotto a una semplice ristrutturazione e poi riaperto grazie a nuovi finanziamenti reperiti dall’amministrazione Campus. Nel frattempo ci si è messo pure il Covid, le guerre e i conseguenti aumenti dei materiali che hanno fatto schizzare alle stelle i preventivi originali. A lungo i lavori sono rimasti fermi perché non si trovavano aziende interessate, poi un anno fa, negli ultimi giorni della giunta Campus la situazione si è sbloccata. Nel frattempo si era registrata anche un’interdittiva antimafia (estate 2021) per l’impresa costruttrice, mentre il progetto era stato anche rifinanziato due volte dalla Regione per arrivare a un costo complessivo di 13 milioni. Tanti, per un impianto di 40 anni, che fanno aumentare il rimpianto per non aver affrontato a suo tempo fino in fondo l’idea di costruire ex novo un altro palazzetto. Ormai è tardi e resta solo da finire i lavori di ampliamento a circa 6mila posti grazie alla creazione di un terzo anello nelle tribune A, B e C con l’innalzamento della struttura e una nuova copertura autonoma che poggerà sulle sei torri in fase di ultimazione.