Violenta lite tra detenuti a Bancali, lanciate anche bombolette incendiarie
Il Sappe: "Situazione di allarme, lo Stato non abbandoni la polizia penitenziaria"
Sassari È ancora allarme nel carcere di Bancali, a Sassari, dove nella serata di ieri sabato 31 maggio si è verificata una violenta rissa tra due gruppi di detenuti, entrambi appartenenti al circuito “Alta Sicurezza”.
«Si sono minacciati di morte e si sono gridati di tutto, arrivando a lanciarsi contro rudimentali ordigni realizzati con le bombolette di gas - spiega Antonio Cannas, delegato nazionale per la Sardegna del Sindacato autonomo polizia penitenziaria - Si sono vissute ore di grande tensione, con i baschi azzurri del Corpo pronti a gestire la situazione con professionalità e abnegazione».
Il segretario generale del Sappe Donato Capece, in seguito all'ennesima emergenza nel carcere sassarese, ha rinnovato al Dap la richiesta di potenziamento degli organici della polizia penitenziaria dei reparti regionali, soprattutto di ispettori e sovrintendenti che mancano a Bancali, ma anche la dotazione, per il personale del Corpo, di strumenti di tutela e garanzia non letali come i flash ball ed i bola wrap: il primo è un fucile che spara proiettili di gomma, già in dotazione alla polizia penitenziaria francese, mentre la seconda è un’arma di difesa che spara lacci che bloccano le gambe, anche questi già in uso alle polizie locali di alcune città italiane.
Capece, evidenziando il ruolo centrale dei baschi azzurri nel sistema sicurezza del Paese, conclude con un appello alle istituzioni: «Non lasciate soli le donne e gli uomini della polizia penitenziaria, servono regole ferree per ristabilire ordine e sicurezza nelle carceri, attuando davvero quella tolleranza zero verso i detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta. Qui serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!».