Sassari, rissa al centro di accoglienza Pime: tredici assoluzioni
Nel 2017 la guerriglia urbana tra sassaresi e migranti a Santa Maria di Pisa aveva coinvolto una settantina di persone
Sassari Il 27 ottobre del 2017 sassaresi e migranti se le diedero di santa ragione. Tutto era partito da una banale lite fra alcuni residenti del quartiere di Santa Maria di Pisa e un giovane migrante del Gambia, ospite della casa di accoglienza per richiedenti asilo del Pime. Lite che si era trasformata in una guerriglia urbana che aveva coinvolto una settantina di persone armate di pietre e bastoni e che solo per miracolo non aveva lasciato vittime per strada.
Per quella vicenda erano finiti a processo con le accuse di rissa e violenza privata tredici persone. Stamattina il giudice Sara Pelicci ha assolto i 13 imputati per i quali qualche giorno fa il pubblico ministero Antonio Pala aveva chiesto la condanna con pene dai sette ai quattro mesi di reclusione.
Due giovani sassaresi e due ospiti del centro erano finiti al pronto soccorso con ferite alla testa e alle gambe Armati di spranghe di ferro, roncole e altre armi, si erano massacrati di botte e si erano lanciati addosso pietre, mattoni, bottiglie e petardi.
Molti dei partecipanti avevano riportato contusioni, fratture, escoriazioni e traumi importanti in tutto il corpo. Nella stessa occasione sei sassaresi avevano colpito l’automobile del direttore del centro di accoglienza (che si trovava all’interno della macchina) con un mazzo di chiavi, rivolgendosi a lui con questa espressione: «È lui il magnaccio che dirige il Pime». Avevano quindi circondato l’auto e avevano cominciato a colpirla con calci e oggetti appuntiti inveendo nei confronti dell’uomo e scagliandosi violentemente contro la macchina. Tanto che era stato costretto a fermarsi e gli erano stati strappati gli occhiali da vista.