Siccità, i reflui fognari di Sassari potranno essere usati per irrigare: inaugurato l’impianto
L’acqua non potrà essere conservata nel bacino del Cuga, riservato all’impiego potabile per i cittadini, ma andrà a finire direttamente nei serbatoi del Consorzio di bonifica
Sassari Ci sono voluti 12 anni, ma finalmente l’impianto per l’utilizzo dei reflui fognari di Sassari per l’irrigazione delle campagne della Nurra è entrato in funzione. A regime ridotto, perché l’acqua depurata, 15 milioni di metri cubi ogni anno, non potrà essere stoccata nel Cuga, ma dovrà essere usata immediatamente. «Si tratta comunque di un aiuto fondamentale in questi mesi difficilissimi segnati dalla siccità» ha ricordato il presidente del Consorzio di bonifica della Nurra Gavino Zirattu.
Stamattina, venerdì 11 luglio, ha preso parte all’inaugurazione dell’impianto all’interno del depuratore Abbanoa di Sassari, nelle campagne di Caniga. Con lui, il vice sindaco Pierluigi Salis, il consigliere d’amministrazione Abbanoa Cristiano Camilleri, l’amministratore straordinario della Città metropolitana Gavino Arru, gli assessori regionali, dell’Agricoltura Gian Franco Satta e dei Lavori pubblici, Antonio Piu, il deputato Silvio Lai e il direttore generale dell’Associazione nazionale consorzi di bonifica Massimo Gargano.
Un impianto importante, ma che funziona a regime ridotto, si diceva. Infatti, il progetto originario prevedeva un collegamento diretto fra il depuratore di Sassari e il bacino del Cuga, nel territorio di Uri. Una soluzione che avrebbe consentito di stoccare ogni anno 15 milioni di metri cubi di acque reflue depurate, risolvendo definitivamente il problema dell’irrigazione. Il fatto è che il Cuga è ormai considerato strategico non per l’agricoltura, ma per l’approvvigionamento potabile dei cittadini. Banalmente, senza la riserva del Cuga, il razionamento dell'acqua potabile che si teme possa entrare a regime a settembre nel Sassarese, sarebbe già in essere.
Per questo è stato realizzato un bypass che oltrepassa la diga del Cuga e porta l’acqua del depuratore di Sassari direttamente ai serbatoi del Consorzio di bonifica di Monte Baranta. L’acqua deve dunque essere utilizzata contestualmente e non può essere conservata. Un limite che, secondo Zirattu, può essere superato, salvaguardando sia l’utilizzo potabile che quello irriguo. «Per questo dobbiamo sederci attorno a un tavolo e ipotizzare le strategie migliori» ha detto, rivolgendosi ai due rappresentanti della giunta regionale.