La Nuova Sardegna

Sassari

Verso la festa

Candelieri 2025, Mascia: «Una festa di rinascita e liberazione. Fischi o applausi? Vedremo»

di Davide Pinna
Candelieri 2025, Mascia: «Una festa di rinascita e liberazione. Fischi o applausi? Vedremo»

Meno spillatrici di birra sul percorso, via i cavi di Sirio e tempi contingentati

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Sassari Fra due settimane, il 14 agosto, gli occhi dei sassaresi si rivolgeranno al cielo. Per ammirare il ballo dei Candelieri e, nel caso dei credenti, per sciogliere il voto formulato cinque secoli fa all’Assunta, come ringraziamento per aver tenuto la peste lontana dalla città.

La presentazione «Una festa che ha un senso di rinascita, di liberazione che viene espresso con lo scioglimento del voto, con una valenza che è allo stesso tempo religiosa e laica. Partiamo dall’esempio che ci hanno dato i Falegnami, che dopo essere caduti sono riusciti a rialzarsi con l’aiuto di tutta la città» ha detto il sindaco Giuseppe Mascia. Che ha rivendicato la scelta di riappropriarsi del nome della festa in sassarese: «Faradda di li Candareri, così l’hanno chiamata i sassaresi e così è giusto fare». Due passaggi che sottolineano la natura popolare della Festha manna dei sassaresi: uno degli aspetti di una manifestazione complessa, con tanti protagonisti. Dal governo della città, con Mascia affiancato dagli assessori Nicoletta Puggioni (Cultura) e Lello Panu (Attività produttive), dal presidente del consiglio comunale Mario Pingerna e dal comandante della polizia locale Gianni Serra, alla Chiesa, rappresentata dall’amministratore diocesano Antonio Tamponi e dal padre guardiano di Santa Maria di Betlem Salvatore Sanna.

Passando per il mondo produttivo. E quindi i gremi, cioè coloro che hanno custodito e tramandato per cinque secoli la Faradda e che sono gli eredi delle antiche corporazioni medievali e moderne, con il presidente dell’Intergremio Fabio Madau. Ma anche, la Camera di Commercio, con il presidente Stefano Visconti. Decoro e tempi Palazzo Ducale prosegue sulla strada intrapresa ormai da qualche anno, per tentare di conciliare la festa popolare – difficile da irregimentare per sua natura – con la compostezza richiesta non solo dalla natura religiosa, ma anche dal riconoscimento Unesco che Sassari condivide con Nola, Palmi e Viterbo. Panu ha annunciato che la gran parte degli stalli fra piazza Sant’Antonio e piazza Santa Maria dovrà dotarsi di gazebo bianchi, senza scritte o insegne pubblicitarie. Per quel che riguarda i tredici esercizi pubblici che si affacciano lungo il percorso, riceveranno un elenco dettagliato di prescrizioni, legate alla sicurezza.

«Ovviamente sappiamo che si tratta di una giornata importante per le attività commerciali, ma ci sono norme sulla sicurezza che vanno rispettate. L’importante è parlare con gli imprenditori, senza imporre niente, ma condividendo le decisioni» hanno sottolineato Panu e Mascia. Le nuove regole implicano che sarà impossibile vedere spillatrici di birra in corso Vittorio Emanuele, a due passi dai portatori che trasportano i ceri votivi in legno da tre quintali. Confermato anche il divieto di emissioni musicali per i locali che si trovano sul percorso e nelle strade adiacenti.

Ancora, Mascia ha annunciato che, grazie alla collaborazione di Arst, sarà possibile rimuovere temporaneamente i cavi di Sirio all’incrocio fra corso Vico e piazza Santa Maria: «Che non rappresentano solo un problema di decoro, ma anche di sicurezza, come ci ha mostrato l’incidente accaduto al gremio dei Falegnami» ha detto Mascia. Fabio Madau ha invece sottolineato l’impegno dei gremi per accorciare i tempi della Faradda: il voto, teoricamente, andrebbe sciolto entro la mezzanotte, ma ormai sembra impossibile che accada prima delle 1.30, se non più tardi. «Già l’anno scorso abbiamo proposto un cronoprogramma, con tempi precisi per ogni gremio e ogni punto del percorso, per dare alla festa la compostezza e i tempi congrui a una manifestazione religiosa, senza derogare al suo carattere festivo» ha detto il presidente dell’Intergremio.

Centro e attività È stata l’assessora Puggioni a mettere in evidenza il ruolo che, per l’amministrazione Mascia, i gremi e la Faradda devono avere nella rinascita del centro storico. «I gremi sono molto più che coloro che costruiscono, custodiscono e trasportano il Candeliere. Sono un presidio del territorio e noi vogliamo valorizzare questo ruolo, con iniziative come le Vie dei Gremi e non solo». «La nostra città ha un così alto valore di devozione e tradizione, custodito proprio al cuore del centro, e non siamo in grado di farlo conoscere fuori? Non è pensabile, dobbiamo farlo perché abbiamo tutte le carte in regola» ha aggiunto il sindaco. Visconti ha invece sottolineato l’impegno delle attività produttive del centro città, a cominciare dal progetto Identità in vetrina, realizzato da Camera di Commercio e Centro commerciale naturale Stelle del centro che attraverso conferenze, mostre ed esposizioni urbane punta a raccontare a sassaresi e visitatori il ruolo della Faradda e delle tradizioni nella vita di Sassari. Fischi e applausi L’anno scorso, freschissimo di elezione, Mascia fu sommerso nella sua personale discesa verso Santa Maria da applausi e incitamenti. E quest’anno, invece, cosa arriverà? «Non so dirlo. Accetteremo quello che arriverà, ma non gli daremo nemmeno più importanza del necessario, continueremo a lavorare come stiamo facendo con l’obiettivo di migliorarci. Spero che la città capisca che stiamo lavorando e che per portare a casa certi risultati serve tempo».

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