La Nuova Sardegna

Sassari

Il cantiere infinito

Santa Maria è ancora chiusa, il voto dei Candelieri sarà sciolto in piazza

di Davide Pinna
Santa Maria è ancora chiusa, il voto dei Candelieri sarà sciolto in piazza

Comune e frati: «Tutti si devono assumere le loro responsabilità»

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Sassari L’eccezione rischia di diventare tradizione. Per il terzo anno consecutivo, il voto all’Assunta verrà sciolto all’aperto: la chiesa di Santa Maria di Betlem è ancora inagibile, a causa di un complicatissimo e infinito intervento di restauro e messa in sicurezza.

E il sindaco Giuseppe Mascia non ha nascosto il fastidio, spiegando che Comune e Francescani hanno fatto tutto quello che dovevano fare, ma ora spetta al Ministero accelerare i tempi per fare in modo che, almeno il prossimo anno, la tradizione venga rispettata.

Quella che all’inizio era sembrata una curiosa novità, etichettata come scioglimento del voto in formato open, adesso è diventato una fastidiosa certezza per tanti sassaresi. Non per tutti, perché c’è anche chi non disdegna che l’apice della festa, il momento solenne in cui si scioglie il voto, non si svolga nell’intimità della chiesa di Santa Maria ma col cuore rivolto al popolo. Una sensazione diffusa in città, come ha sottolineato lo stesso presidente dell’Integremio Fabio Madau. Che però ha ribadito la necessità e l’importanza di tornare nel 2026 alla tradizione. «I problemi sono emersi fin dall’inizio dei lavori – ha raccontato Salvatore Sanna, padre guardiano del convento e della chiesa – quando si è scoperto che gli ammaloramenti erano molto più gravi del previsto e gli interventi da fare molto più complessi del previsto, tanto che è stato necessario formulare diverse varianti in corso d’opera». Sanna non si è nascosto: «Già due volte ci siamo augurati che l’anno successivo la chiesa riaprisse, ma poi non è accaduto. E anche quest’anno non posso che ribadire questo augurio. Sapendo che, se i progetti che sono già predisposti verranno approvati rapidamente, ci sono i tempi per riaprire davvero entro un anno».

Una certezza, quest’ultima, ribadita anche dal primo cittadino. Che è stato molo più duro di Sanna. «La vicenda di Santa Maria è come quella di Predda Niedda. Tutti si chiedono perché il Comune non faccia niente, ma la verità è che il Comune non è il responsabile di questa situazione. E ha già fatto tutto quello che doveva fare, con questa amministrazione e con la precedente».

Il primo cittadino non fa nomi, anche perché aveva già promesso di convocare al più presto, insieme a padre Salvatore Sanna, un incontro per raccontare alla città cosa sta succedendo a Santa Maria e quali sono le cause dei ritardi nel completamento dei lavori.

Tuttavia, è abbastanza chiaro che il riferimento è al ministero. «Stiamo aspettando alcune variazioni e alcune approvazioni da cui dipende l’ultimazione dei lavori. Ma più il tempo passa e più quello che è stato già fatto si usura, e allora servono altri soldi per intervenire».

Sul capitolo dei finanziamenti però Mascia è ottimista: «Se serviranno risorse, il Comune e la Regione sono pronti a fare la loro parte». Nessuno si sbilancia oltre gli auspici, per l’anno venturo. E d’altra parte è comprensibile, dopo tre anni di auspici rimasti tali.

I lavori avviati a marzo del 2022 sarebbero dovuti durare 540 giorni. Ne sono trascorsi molti più del doppio, 1.248. E potrebbero volercene tanti altri. Originariamente erano stati finanziati 680mila euro del ministero della Cultura, 750mila della Regione e 20mila di Palazzo Ducale, per un totale di un milione e 450mila euro. Ne erano poi stati stanziati dalla Regione al Comune altri 340mila per lavori sugli interni, a cominciare dagli intonaci della cupola. Tante risorse che, ormai, non bastano più e che dovranno necessariamente essere integrate.

Il fatto è che la chiesa, una vera e propria antologia di stili architettonici che vanno dal Medioevo all’Ottocento, si trova in condizioni di conservazione e stabilità molto più deteriorate di quanto si immaginava quando è stato realizzato il progetto. Si pensava che sarebbe bastato rinforzare la volta, ma non è stato così e anche la facciata e la parte della cantoria hanno avuto necessità di interventi molto più consistenti rispetto al previsto

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