Dopo la morte del marito e del figlio, Adelma ha una nuova famiglia: i detenuti di don Gaetano – VIDEO
Sassari, da un anno si dedica come volontaria alle persone ospiti della comunità
Sassari I capelli corti e grigi incorniciano il viso luminoso. Dietro gli occhiali lo sguardo resta fermo, anche quando si fa lucido di emozione. La voce è calma, pacata, di chi ha trovato la serenità e non vuole lasciarla più andare via. Adelma Cassano, 72 anni residente a Tissi, racconta la sua seconda vita, seduta nella piccola biblioteca della comunità “Don Gaetano Muntoni” di San Giorgio, tra scaffali di libri e il brusio che arriva dalla fattoria didattica poco distante, dove gli ospiti accudiscono animali e coltivano la terra, come parte del loro percorso di rinascita.
Per 35 anni dipendente delle Poste, questa donna - che qui si muove come se fosse a casa - non è solo una volontaria: Adelma è diventata per molti dei ragazzi della comunità quasi una mamma. Li abbraccia, ogni tanto, perché conosce le loro storie e sa che dietro quegli sguardi duri spesso c’è solo bisogno di gesti semplici, di calore, di carezze che sono mancate. Li accompagna in centro a Sassari per fare le commissioni e nei loro occhi legge smarrimento, sorpresa, emozione.
«Una volta – ricorda con dolcezza – un ragazzo, bello come il sole, è uscito in permesso dopo otto anni di detenzione. Quando l’ho portato in un centro commerciale gli stava venendo un capogiro: non era più abituato a trovarsi in mezzo a tanta gente. Lì ho capito davvero quanto sia difficile ricominciare». Prima di arrivare qui, Adelma è stata anche impegnata nel sindacato, dove ha imparato ad ascoltare, a mediare, a difendere i diritti di chi aveva meno voce.
«Forse – sorride – anche quella esperienza mi è servita, oggi metto la stessa passione nel dare una mano a chi vuole ripartire». L’incontro con la comunità è stato casuale ma decisivo. «Conoscevo don Gaetano Galia per averlo visto ad alcune conferenze – racconta – e un giorno mi fa: “Non sei mai venuta nella nostra comunità?”. Sono andata a pranzo, ho portato i dolcetti e da quel giorno questo posto è diventato casa mia. Non sono più andata via», dice con gli occhi lucidi. A sostegno di don Gaetano operano anche due suore, che affiancano gli ospiti nelle attività quotidiane e nei momenti di crescita spirituale, rendendo l’ambiente ancora più familiare e accogliente.
«Suor Cristiana e suor Ornella – racconta Adelma divertita – che qui per ridere chiamiamo suor monella». Da un anno e mezzo Adelma ha iniziato a frequentare la comunità fondata da don Gaetano e ora è una pedina importante di questo posto, dove a chi ha sbagliato viene data una seconda possibilità.
«La comunità offre uno spazio di reinserimento – spiega don Gaetano – a detenuti che, avendo compiuto un processo di revisione della propria vita e degli errori che hanno commesso, possono usufruire delle misure alternative al carcere: affidamento ai servizi sociali, arresti domiciliari, permessi premio, semilibertà». «Le prime volte – sorride Adelma – mia figlia mi diceva: “Sei matta”, soprattutto quando mi mandavano davanti al carcere di Bancali a prendere i detenuti in permesso premio. Anche gli ergastolani. Ma io non ho mai avuto paura». Ora si sente parte di quel mondo. «Mi mettono a pelare patate, a pulire, a fare commissioni. Io faccio quello che serve, come si fa in una famiglia».
E i ragazzi la vedono davvero come una madre: una presenza discreta, capace di ascoltare e di restituire dignità con un gesto o una parola. «Quando si confidano e mi trattano come una mamma – racconta con un sorriso che le illumina il volto – io sento che il vuoto che avevo dentro si riempie».
Negli ultimi mesi anche la fede di Adelma, che prima vacillava, ha trovato forse qualche risposta. «Qui in comunità – racconta con emozione – partecipo alla messa di don Gaetano, un momento di comunione forte che unisce tutti, anche i ragazzi di fede musulmana. Ma la cosa più curiosa e che ora ho le chiavi della chiesa di Tissi – aggiunge sorridendo – e apro tutti i giorni il portone per i fedeli. Mio figlio da lassù si starà facendo delle grandi risate e starà dicendo: mamma sei diventata San Pietro?».