In agenzia armato di coltello: voleva farsi restituire il denaro pagato per un locale
Sassari, durante l’udienza di convalida ha chiesto scusa e spiegato al giudice di aver agito travolto dall’esasperazione
Sassari Qualche giorno fa è entrato nell’agenzia immobiliare “Tecnocasa” di via Cavour chiedendo - per l’ennesima volta - la restituzione dei soldi che sosteneva di avere anticipato per prendere in affitto un locale in piazza Azuni, in cui aveva intenzione di aprire una trattoria. All’inizio era disarmato, ma quando la segretaria si è rifiutata, è uscito dall’agenzia, ha raggiunto la sua auto dalla quale ha recuperato un grosso coltello a serramanico e poi si è ripresentato nell’ufficio a due passi da piazza d’Italia, agitando l’arma e minacciando la donna.
La segretaria, terrorizzata, prima che l’uomo rientrasse con il coltello in mano ha chiamato la polizia. Così pochi istanti dopo sono piombati in via Cavour gli agenti della Squadra Mobile, coordinati dal dirigente Michele Mecca, che lo hanno disarmato e arrestato con l’accusa di rapina. Il titolare dell’agenzia ha raccontato agli agenti una serie di atti persecutori, consistenti in minacce di morte e di attentati. L’uomo è stato accompagnato nel carcere di Bancali e qualche giorno dopo, assistito dall’avvocato Giuseppe Onorato, è comparso davanti al giudice delle indagini preliminari Sergio De Luca.
Durante l’udienza di convalida ha raccontato la sua versione dei fatti. È emerso che il 55enne, incensurato, era tornato un anno e mezzo fa in città dalla Corsica, dopo trent’anni di lavoro nella ristorazione. Alla fine del 2024 aveva trovato il locale dei suoi sogni in piazza Azuni, pubblicizzato proprio dall’agenzia di via Cavour. Per bloccarlo aveva versato circa cinquemila euro, tra anticipo per il proprietario e spese di agenzia. A maggio 2025, però, i suoi tecnici avevano scoperto che erano necessari lavori importanti.
L’uomo aveva proposto un preventivo di una ditta di sua fiducia, ma l’agenzia lo aveva respinto. Da allora - ha spiegato il ristoratore al giudice - era iniziata la sua battaglia per riavere indietro i soldi, senza però riuscire a ottenerli. Nel frattempo aveva preso in locazione un altro locale e avviato i lavori, ma tra bollette e operai i costi erano lievitati. Così, esasperato, si è presentato in via Cavour con l’intenzione di farsi giustizia da solo, passando chiaramente dalla ragione al torto. Durante l’udienza di convalida ha chiesto scusa e spiegato al giudice di aver agito travolto dall’esasperazione. Il gip ha convalidato l’arresto e disposto nei suoi confronti la misura degli arresti domiciliari in attesa del processo.
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