Annegò nell’auto finita in mare: assolti i due imputati per omicidio colposo
La vittima rimase incastrato all’interno dell’abitacolo e non riuscì a mettersi in salvo
Sassari A otto anni dalla tragedia e dopo un lungo processo nel palazzo di giustizia di via Roma sono stati assolti dal giudice Paolo Bulla i due imputati di omicidio colposo per la morte, avvenuta nel 2017, di Blagoje Milanovic, un 70enne che era finito in mare con la sua auto al porto di Castelsardo. «Il fatto non sussiste» è stata la formula di assoluzione pronunciata dal giudice.
La vicenda giudiziaria era stata contraddistinta da alcuni colpi di scena. A febbraio del 2021 il pubblico ministero aveva chiesto il non luogo a procedere per gli imputati ma due mesi dopo il gup Giuseppe Grotteria aveva rinviato a giudizio Giuseppe Borzachiello, 53 anni, residente a Selargius, all’epoca comandante del porto di Castelsardo, e Leonardo Pattarino, 63enne di Castelsardo, legale rappresentante della “Cigno srl”, la società concessionaria della gestione del porto.
Milanovic era finito in mare con la sua auto ed era morto annegato perché non era riuscito a mettersi in salvo prima che la sua vecchia Punto grigia venisse sommersa dall’acqua. Dopo una richiesta di archiviazione, il gip Carmela Rita Serra aveva disposto l’imputazione coatta nei confronti di Borzachiello e Pattarino, ma il pubblico ministero aveva sollecitato il non luogo a procedere. Successivamente il gup Grotteria aveva deciso per il rinvio a giudizio.
Inizialmente la Procura aveva evidenziato che i due non avrebbero provveduto, ciascuno per quanto di propria competenza, a predisporre apposita segnaletica, non avrebbero installato segnali luminosi e transenne o barriere che rendessero facilmente individuabile la banchina. Gli avvocati Danilo Mattana e Fabrizio Demurtas (per Borzachiello) e Lorenzo Galisai (per Pattarino) avevano però sostenuto che gli imputati non erano titolari di posizioni di garanzia e che nonostante ciò Borzachiello, che era il comandante dell’ufficio di Porto Torres, aveva scritto al Comune, titolare dell’area e quindi unico responsabile della sicurezza, evidenziando la situazione di pericolo e chiedendo il posizionamento di recinzioni proprio in quel punto. Argomentazioni che evidentemente avevano convinto la Procura a chiedere il proscioglimento. Ma il giudice non era stato dello stesso avviso.
A notare l’auto sommersa dall’acqua erano stati due pescatori dilettanti. L’auto era stata recuperata dai vigili del fuoco, intervenuti con i sommozzatori e con una gru, e solo a quel punto era stato possibile identificare la vittima, della quale era stata denunciata la scomparsa nella stessa serata dai familiari che si erano costituiti parti civili con gli avvocati Salvatore Masia, Alberto Pinna, Gabriella Marogna e Geltrude Carroni. L’avvocato Marco Manca assisteva invece il Comune di Castelsardo chiamato nel processo come responsabile civile.
In attesa di conoscere le motivazioni della sentenza l’impressione è che il giudice non abbia ravvisato responsabilità a carico dei due imputati. Tra l’altro c’è un aspetto curioso in questa storia. E cioè che subito dopo la tragedia erano stati affidati proprio a Borzachiello gli accertamenti sulla dinamica e sullo stato dei luoghi nella struttura portuale. Sulla quale lui non aveva alcuna autonomia di gestione, considerato che dipendeva dalla Capitaneria di Porto Torres. E lui aveva lavorato con scrupolo, relazionando su ogni dettaglio, salvo poi scoprire di esser finito nel registro degli indagati.
