La Nuova Sardegna

Sassari

Il processo

Spray al peperoncino per difendersi dall’ex marito, assolta una 58enne

di Nadia Cossu
Spray al peperoncino per difendersi dall’ex marito, assolta una 58enne

Sassari, l’uomo aveva il divieto di avvicinamento alla ex moglie ma lo aveva violato

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Sassari «Ero terrorizzata, mi sono ritrovata il mio ex marito davanti con fare minaccioso. Avevo lo spray al peperoncino nella borsetta, l’ho tirato fuori e l’ho usato per difendermi e ora mi ritrovo qui in aula come imputata».

Erano state queste le parole pronunciate lo scorso aprile da una donna di 58 anni che si era sottoposta a esame davanti al giudice nel processo che la vedeva sotto accusa per eccesso colposo di legittima difesa e tentate lesioni. A denunciarla era stato proprio l’ex marito, lo stesso che, però, aveva un divieto di avvicinamento alla ex moglie. Provvedimento che era stato disposto dal giudice in seguito a un procedimento per stalking e maltrattamenti.

La donna, difesa dall’avvocato Stefano Porcu, ieri mercoledì 3 dicembre è stata assolta dalla giudice Marta Guadalupi perché il fatto non sussiste. L’ex marito si era invece costituito parte civile con l’avvocato Guido Rimini.

Quest’ultima vicenda approdata in tribunale trova origine in un precedente procedimento penale per turbativa d’asta dove la persona offesa era sempre l’ex marito. Anche allora la 58enne era stata assolta. Secondo l’accusa, durante la vendita della casa coniugale in seguito alla separazione – a ottobre del 2021 – l’imputata avrebbe ostacolato le operazioni creando trambusto. Proprio in quell’occasione la donna aveva usato lo spray al peperoncino.

Era successo che lei, vedendo l’ex coniuge andarle incontro nelle scale condominiali del palazzo dove aveva sede lo studio legale e dove si stava tenendo l’asta, gli aveva spruzzato contro lo spray al peperoncino “con l’intenzione – era scritto nel capo di imputazione – di difendersi da una ipotizzata aggressione, eccedendo colposamente i limiti stabiliti dalla legge per l’esercizio della legittima difesa e non riuscendo ad attingere la persona offesa perché il getto nebulizzato non raggiungeva il volto della vittima grazie alla distanza e alla protezione offerta dalla mascherina indossata”.

Era però emerso che all’uomo era stato applicato precedentemente il divieto di avvicinamento alla ex moglie e quel giorno lo aveva violato. La donna – come lei stessa aveva raccontato al giudice – si era spaventata moltissimo. Aveva spiegato di essere andata nello studio legale «per vedere chi avrebbe comprato la casa. Non volevo affatto turbare lo svolgimento dell’asta. Poi mi hanno detto che mio marito forse sarebbe stato presente e così avevo deciso di andare via». Ma mentre usciva sarebbe successo il finimondo: «In quel momento è arrivato lui e io mi sono spaventata. Gli ho subito detto che non poteva stare a meno di 200 metri da me e che quindi doveva andare via o farmi andare via. Invece ha continuato a salire le scale quasi per venirmi addosso. E allora ho preso lo spray e l’ho spruzzato, ma l’ho fatto per difendermi non per impedire l’asta».

Versione alla quale aveva creduto anche il giudice che non aveva accolto la richiesta di condanna a sei mesi fatta dal pubblico ministero e aveva invece condiviso la tesi del difensore Stefano Porcu e, soprattutto, la sua richiesta di assoluzione.

Stessa cosa ieri: il pubblico ministero ha sollecitato una condanna a due mesi di reclusione, richiesta alla quale si è associato anche il legale di parte civile Guido Rimini. Mentre il difensore Porcu, ritenendo che non ci fosse alcuna responsabilità a carico della sua assistita, ne ha chiesto l’assoluzione. Istanza accolta.

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