La Nuova Sardegna

Sassari

La favola di Natale

Trova 1.600 euro e li restituisce: «È onestà, non sono un eroe»

di Gianni Bazzoni
Trova 1.600 euro e li restituisce: «È onestà, non sono un eroe»

Claudio Carta, di Porto Torres, ha consegnato i soldi ai carabinieri: il portafogli lo ha raccolto in strada mentre rientrava dopo una passeggiata

5 MINUTI DI LETTURA





Porto Torres Prepara un albero di Natale originale nella veranda di casa: non ci sono palline sofisticate e accessori alla moda. É una scelta semplice, piccole cose lavorate dal mare e restituite sulla spiaggia di Ezzi Mannu che lui frequenta anche d’inverno. Un pezzo di tavola, altri oggetti uniti con dei fili. E il simbolo della festa prende forma. Di quel portafoglio gonfio di banconote che ha trovato per strada e ha prontamente restituito al proprietario preferirebbe non parlare neppure, perché per lui è stato un gesto normale. Una conferma del suo modo di vivere da persona onesta, fortemente legata ai valori del rispetto, dell’amicizia e della solidarietà. Claudio Carta, per anni fotografo della Soprintendenza archeologica e protagonista di numerose campagne di indagine e ricerca nel territorio, oggi iscritto alla lista dei pensionati che non stanno mai fermi a guardare ma devono avere sempre qualcosa da fare, non si sente certo un personaggio. «Ma no, mi sono anche meravigliato perché ho ricevuto tante chiamate di amici che hanno saputo del gesto. Gente che si complimentava. Ho risposto che è stata una azione naturale, la prima che ho sentito di dover fare. Non sono alla ricerca di medaglie».

Però 1600 euro in contanti sono tanti e con le feste che si avvicinano lei è stato una sorta di Babbo Natale.

«Dico solo che non ci ho pensato due volte. Ho trovato il portafoglio, ho visto i soldi all’interno e ho provato a verificare i documenti: il nome e la foto non mi dicevano niente. Ho atteso una decina di minuti nel luogo dove è avvenuto il ritrovamento e visto che non si presentava nessuno sono andato direttamente nella caserma dei carabinieri».

E cosa è successo dopo?

«É arrivato il proprietario, aveva un sorriso grande così, era felice giustamente. Voleva a tutti costi riconoscermi una somma in denaro e non ho accettato. Alla fine ci siamo stretti la mano e scambiati i numeri di telefono. Ci sentiremo forse, magari per gli auguri di Natale».

É stato un bel Babbo Natale?

«Io sono Claudio, chi mi conosce bene sa che non faccio cose a comando o con secondi fini. Stavolta so che il gesto vale, non sono stupido. So anche che capita in occasioni simili che il denaro non venga restituito. Non faccio l’esame a nessuno, io parlo per me: i soldi degli altri non si toccano, non è leale. I miei soldi, quelli lavorati sì, li pretendo fino all’ultima monetina perché credo nei diritti e nelle regole che vanno rispettate».

Ha restituito tutto il denaro che ha trovato, anche gli spiccioli in monete fino all’ultimo centesimo. Il censimento dei carabinieri che indica il conteggio fa persino sorridere.

«Ho solo guardato se potevo risalire al proprietario e restituire autonomamente il denaro smarrito. Ho capito che non era così, ho provato a mettere l’annuncio su alcune chat, in particolare quella dei pescatori che conoscono tutti, in mare e a terra. Per un po’ non mi ha risposto nessuno, poi quando hanno cominciato ad arrivare le prime indicazioni, ormai ero già in caserma. E lì mi ha raggiunto il proprietario del portafoglio».

Può raccontare la storia dal principio?

«Come ogni giorno faccio due passeggiate, in periferia. La mattina e la sera. É una pratica che mi fa stare bene e mi aiuta a osservare la mia città. Vedo cose che non vanno e altre che invece funzionano. Incontro persone, percepisco situazioni difficili tipiche di una parte di città che soffre. Domenica sera stavo rientrando verso casa e ho fatto un percorso insolito, diciamo a zig zag. Ogni tanto faccio di queste cose. Prima un passaggio pedonale, poi l’altro. E all’ultimo, all’altezza dell’Eurospin, ho notato quest’oggetto nero per terra. L’ho raccolto e mi sono reso conto che c’erano dei soldi. Tanti soldi. Ho provato una sensazione di tensione e di preoccupazione. Non erano soldi miei e avevo fretta di restituirli perché ho pensato che chi li aveva persi li stesse cercando disperatamente. Ho aspettato pensando che qualcuno potesse tornare indietro a cercarli, invece non si è visto nessuno. Era buio. E così sono andato dai carabinieri e ho raccontato la storia. Sono rimasto un’ora lì a spiegare e firmare verbali. Poi la consegna ufficiale e il ritorno a casa sereno. Mi ha detto che il portafoglio era in una tasca e come si è sfilato la giacca gli è caduto. Poi è arrivato a Sassari per fare delle commissioni e al momento di pagare si è reso conto di non avere il portafoglio. E lì è cominciata la disperazione».

Lei ha detto che non conosceva l’imprenditore che ha smarrito il portafogli.

«Si è così. Solo dopo ho appreso della sua professione e che la carta d’identità non era stata rilasciata a Porto Torres ma a Sorso. Ma questo per come la penso io cambia poco. I soldi li avrei restituiti a chiunque. Non è questione del luogo di provenienza».

Le era mai capitato di trovarsi in una simile situazione?

«Tanti anni fa trovai per terra una borsa con materiale fotografico, al porto. Qualcuno che stava partendo in nave l’aveva dimenticata lì. La presi e mi misi a urlare per cercare di attirare l’attenzione del possibile proprietario che era già a bordo. Riuscii nell’intento perché mi sentì e scese a prenderla prima che il traghetto potesse mollare gli ormeggi».

Tanti soldi restituiti. É una bella storia, davvero non si sente un po’ Babbo Natale?

«No, solo una persona normale. E l’intervista la rilascio solo per amicizia per parlare bene della mia città non certo per prendermi meriti». E le sue nipoti che cosa le hanno detto quando ha raccontato la vicenda? «Bravo nonno! Ma sono di parte».

Primo Piano
La sentenza

Ciro Grillo e gli amici condannati per violenza sessuale di gruppo, le motivazioni: «Fu uno stupro, la vittima è attendibile»

Le nostre iniziative