La Nuova Sardegna

Sport

Tutto Dinamo

Kito resta, non si sa per quanto

Roberto Sanna
Kito Benson in azione a Cremona
Kito Benson in azione a Cremona

Dinamo, la prova di Cremona non ha cambiato la situazione

24 ottobre 2011
3 MINUTI DI LETTURA





CREMONA. Ha fatto 13 (rimbalzi) ma potrebbe non bastargli. E forse nemmeno gli interessa. Per Keith Benson il periodo italiano sembra agli sgoccioli, dal mondo Nba arrivano segnali di ripartenza e sul fronte Banco basta la frase di coach Meo: «La bagarre non è per lui».

Prima scadenza. Il 31 ottobre. Cioè lunedì, dopo la partita contro Milano. È giorno che "Kito" Benson può già decidere di inseguire a tempo pieno il suo Nba-dream e abbandonare un'esperienza che non sembra averlo pienamente coinvolto. A Cremona ha giocato la miglior partita delle tre disputate finora, 13 rimbalzi non sono pochi (più un buon primo quarto e una bella stoppata in un momento caldo), ma il clima da corrida lo ha visto a disagio. Tant'è vero che Meo Sacchetti lo aveva messo in panchina preferendo un quintetto con Plisnic sotto canestro, salvo essere quasi costretto a rigettarlo in campo al quinto fallo del serbo.

Il sogno Nba. Per un rookie come Benson, l'avventura Nba significherebbe fare due stagioni in seconda fila accontentandosi del minutaggio che una regular season di 82 gare (con singole partite da 48') inevitabilmente concede alle riserve. Può anche darsi che il motivo del disagio sia questo: in Italia non ci sono pause. E un americano deve produrre qualcosa in ogni momento della partita. Tanto più che di minuti deve giocarne tanti. A Cremona, contro una squadra che certo non è di prima fascia, per vincere il Banco ha dovuto giocare 40' agonisticamente feroci. E sarà molto spesso così: su campi come Avellino, Caserta o Biella, per esempio, non ci sarà da passeggiare. E questa pressione, forse, Benson ancora non è in grado di reggerla.

Il sopracciglio di Meo. Quando giocava Meo Sacchetti non si tirava mai indietro e non aveva paura di metterla sul piano fisico. E nella nazionale di Gamba pluirimedagliata era ben supportato da gente come Meneghin, Bonamico, Villalta e via dicendo. Ama i giocatori col sangue bollente, questo si è capito, e forse per questo bacchetta spesso Kito. Anche domenica, dopo una partita comunque sufficiente con la ciliegina dei 13 rimbalzi, alla domanda specifica sul pivot ha aggrottato un sopracciglio e risposto seccamente: «Tredici rimbalzi vanno bene. Ma la bagarre non fa per lui e nel finale si è un po' perso». Non sembrano bei segnali per l'americano.

L'escape. Può essere la via d'uscita giusta per tutti. Nel senso che se Kito non ha voglia di continuare, il 31 ottobre può dire basta. E la società e il coach salutarlo senza polemica. Per adesso non ci sono segnali e il giocatore oggi si allenerà con i compagni. Il Banco ha però intensificato i suoi movimenti di mercato, anche se di Sharrod Ford si parla molto meno. Di sicuro non è più tempo di fare scommesse, anche perché la ripartenza dell'Nba è supportata negli Usa da un forte movimento di opinione che va al di là dei corridoi sportivi e da un momento all'altro il mercato potrebbe riesplodere. Alla fine la Nba in qualche modo ripartirà e probabilmente anche Kito Benson, ragazzo introverso dai modi educati, proveniente da una famiglia di professori universitari, una laurea in architettura in tasca, metterà piede in campo. Lo vedremo contro Milano, ma resta la sensazione che da lunedì potrà succedere di tutto.
In Primo Piano
La lotta al tabacco

Un sardo su tre fuma e i divieti sono ancora blandi

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative