La Nuova Sardegna

 SASSARI. Una gara da dimenticare, una sconfitta imbarazzante che lascia spazio a un'amara considerazione: «Milano è fortissima, ma la vera Dinamo non è quella vista al PalaSerradimigni». Nel dopo gara i giocatori biancoblù riconoscono la netta superiorità degli avversari ma rimpiangono il fatto di non aver potuto giocare con tutti gli effettivi.  «Sapevamo che sarebbe stata dura - sottolinea Manuel Vanuzzo -. L'assenza di Travis Diener, in particolare, è stata pesante. Giocare poi con Pinton non al meglio e con un uomo in meno in panchina, visto che il mal di schiena mi ha costretto a rinunciare alla sfida, non è stato facile. Milano è uno squadrone, non si discute - continua il capitano -. Sono partiti benissimo, hanno trovato tiri anche da chi solitamente non ha percentuali elevate e se una squadra come la loro prende fiducia tutto diventa più complicato».  Senza le invenzioni di Travis Diener, il gioco dei biancoblù ha patito enormemente il pressing difensivo degli avversari. «So che lui avrebbe voluto giocare - spiega ancora Vanuzzo - ma la scelta di non rischiarlo è stata giusta. Non avrebbe avuto senso anche perché ci sono ancora tantissime gare da giocare». I ventotto punti di scarto sono un passivo che dovrebbe far riflettere. «Purtoppo quando vai sotto di 18-20 punti con squadre come Milano, il morale crolla, così come la speranza di rimontare. Certo siamo consapevoli di non aver fatto una bella figura e ci dispiace. Ma sappiamo che la vera Dinamo non è questa».  Se il capitano e veterano biancoblù offre un'analisi schietta e completa della gara, il più giovane della Dinamo, Marco Spissu, solo 16 anni, al debutto in serie A (per lui 4' nel finale), ha solo poche parole ma significative per spiegare le sue emozioni: «Mi tremano ancora le gambe - ha detto Spissu -. Debuttare contro Milano è stato tanto bello quanto difficile. Fisicamente sono impressionanti, per questo so che dovrò lavorare molto per crescere da ogni punto di vista».