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Tradite dal veloce Fed Cup amara per Sara e Camila

di Paolo Rossi
Tradite dal veloce Fed Cup amara per Sara e Camila

A Ostrava Repubblica Ceca avanti 2-0 Oggi le azzurre tentano l’impresa impossibile

20 aprile 2014
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OSTRAVA. Niente magie italiane, stavolta il trucco è tutto ceco. E ha un nome ben preciso: si chiama Novacrylic Ultracushion: è la superficie che da anni la Repubblica Ceca utilizza per i match casalinghi, che siano di Davis o di Fed Cup. E' grazie anche a lui che le ceche hanno ipotecato la finale, quasi certamente contro la Germania.

"Per una giocatrice con le mie caratteristiche una superficie di questo tipo è molto dura" ha ammesso Sara Errani che, sulla carta, era favorita rispetto a Lucie Safarova. Però, ed è questo il bello (nel bene e nel male) delle competizioni per nazioni, chi ospita sceglie il tipo di campo, e può succedere di vedere una ragazza come la Safarova che venga galvanizzata dall'ambiente e sfrutti le sue, di caratteristiche, approfittando dunque di un campo veloce. “Per me la partita è girata sul 4-3 del primo set” racconta nel dopo partita la Errani, numero uno azzurra. “Fino a quel momento con le palline che avevamo usato anche durante il riscaldamento ero riuscita a gestire gli scambi, a muoverla e a impostare come preferivo gli scambi da fondo campo”.

E' finita 6-4, 6-1, un risultato che ha ulteriormente alleggerito le pressioni per Petra Kvitova, impegnata nel secondo match contro la nostra Camila Giorgi: già la Kvitova - ex campionessa di Wimbledon - partiva con i favori del pronostico, figuriamoci giocare sull'1-0. Infatti il piano strategico di capitan Barazzutti prevedeva due punti da conquistare con la Safarova, e poi giocarsi il tutto per tutto nel doppio. Venuta subito meno la premessa si comprende come il percorso possa considerarsi difficoltoso, se non impossibile.

Certo, c'è il fresco ricordo degli azzurri di Coppa Davis che, a Napoli, hanno saputo rimontare da 1-2 i britannici, con il gran bel successo di Fognini su Murray. Ma qui, in Fed Cup a Ostrava, la situazione è diversa. A mezzogiorno la Errani dovrebbe battere la Kvitova, sperando che poi la Giorgi s'imponga sulla Safarova. Quindi, il doppio a decidere. Probabile che Barazzutti scelga di schierare Roberta Vinci sperando che il suo serve and volley possa contribuire a confondere una tipa come la Kvitova che fa della potenza la sua forza. Lo si è visto ieri contro la Giorgi: l'azzurra non ha demeritato, ha confermato le sue doti, la sua personalità. Anzi, in qualche momento ha perfino impensierito la ceca, sorpresa da certe sue risposte al fulmicotone ed abbastanza esperta dal comprendere che non avrebbe mai dovuto abbassare il livello di qualità del suo servizio, che le ha sempre consentito di gestire gli scambi. Il 6-4, 6-2 non deve trarre in inganno, nel senso che non è un risultato duro, inteso come lezione di tennis: la bravura della Kvitova è stata quella di saper abbreviare il gioco, cosa a lei funzionale.

E lo confermano, ulteriormente, anche i suoi aces sulla seconda di servizio, cioè rischi di fare doppi falli presi consapevolmente.

"Non è detta l'ultima parola. Provaci sempre, fino all'ultima palla" ha detto ieri Barazzutti a Camila Giorgi esortandola a non regalare nulla, prima dell'ultimo game: è durato quasi dieci minuti, e la biondina azzurra ha annullato tre matchpoint prima di cedere.

Ecco, probabilmente la rimonta azzurra non ci sarà: ma lo spirito indomito delle nostre ragazze resterà imbattuto.

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