L’addio di Olbia a Palleddu Degortes il calcio sardo piange una bandiera
OLBIA. Mitico, il termine che ricorre sempre quando si parla di Paolo «Palleddu» Degortes. Perché l’allenatore per antonomasia dell’Olbia, il sergente di ferro, ha lasciato una traccia indelebile...
OLBIA. Mitico, il termine che ricorre sempre quando si parla di Paolo «Palleddu» Degortes. Perché l’allenatore per antonomasia dell’Olbia, il sergente di ferro, ha lasciato una traccia indelebile nella storia del calcio sardo. Ieri Palleddu, diminutivo classico per chi si chiama Paolo da queste parti, se n’è andato per sempre. Aveva 96 anni, compiuti il 24 febbraio. I suoi funerali si terranno oggi a San Paolo, alle 16. E c’è da giurarci che ci sarà tanta gente a salutarlo per l’ultima volta, rendendo omaggio a una bandiera dello sport e della città di Olbia. E’ stato un personaggio leggendario nella storia dell’Olbia. Prima massaggiatore e poi allenatore, seguendo una carriera che solo il calcio romantico di quei tempi può spiegare. Un calcio dove non c’erano le ripartenze ma i contropiede e dove si difendeva a uomo: i terzini sulle ali e lo stopper sul centravanti. Allora non si parlava di spazi intasati in retroguardia ma semplicemente di sano catenaccio. Palleddu è stato l’allenatore più longevo sulla panchina dei bianchi. Dal 1963 al 1970, conducendo la squadra alla promozione in serie D e in serie C. Promozioni definite storiche, perché restano nel grande libro dell’Olbia come pagine indelebili. Era la squadra di Degortes, quella, e del presidentissimo Elio Pintus. La nomea era appunto quella di un sergente di ferro, duro inflessibile tipo Nereo Rocco, uno degli allenatori che ha fatto la storia del calcio negli anni 60. Palleddu, un tecnico praticamente fatto in casa, genuino, era severo ed esigente con i suoi giocatori. Sentiva moltissimo le partite e a perdere non ci stava mai.
Dopo l’Olbia, la sua carriera è proseguita in giro per i campi allora più polverosi che erbosi della Sardegna. Come in un immaginario rosario, Palleddu è andato prima alla Nuorese, poi ancora Calangianus, Alghero, Siniscola, Macomer e Santa Teresa, Ilvarsenal. Sempre con grande serietà e professionalità. Palleddu ha cresciuto generazioni di calciatori all’insegna dell’inflessibilità. che però pagava. Il comitato regionale della Federcalcio, per premiare la sua bravura gli aveva attribuito il premio di «Seminatore d’oro» alla carriera. Un riconoscimento che in passato veniva dato ai migliori tecnici in circolazione a partire dalla serie A, ad esempio lo vinse Scopigno alla guida del Cagliari, sino alle categorie dilettantistiche. Nel 2010 Degortes era stato premiato dalla provincia Olbia-Tempio insieme ad altre leggende dello sport gallurese: Antonello Bagatti, Gustavo Giagnoni e Antonello Baltolu. Ma nessuno sarà mai grande come lui. Indimenticabile Palleddu. (ha collaborato Giovanni Canu)