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Senza il sostegno della Regione il basket rosa getta la spugna

Senza il sostegno della Regione il basket rosa getta la spugna

Il Cus Cagliari di A1 e Mercede, Astro, Virtus e Selargius di A2 minacciano di ritirarsi dai campionati «La revoca di Sardegna promozioni ha prodotto una voragine economica, le promesse non bastano»

27 novembre 2014
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SASSARI. Bambole non c’è una lira. Il Cus Cagliari di A1 e le quattro di A2 Mercede Alghero, Astro Cagliari, Virtus Cagliari e San Salvatore Selargius, stanno per gettare la spugna. L’addio ai rispettivi campionati femminili di basket viene definito «imminente» in un comunicato congiunto delle cinque dirigenze, per mancanza di fondi.

La prima mazzata è stata la revoca (definita «incomprensibile») dei rimborsi delle spese sostenute per la pubblicità relativa ai contratti stipulati con l'agenzia Sardegna Promozione, la seconda la mancata recente approvazione di una leggina regionale riparatrice. Per cui, «vista l'impossibilità nel poter proseguire l'attività con la prima squadra nei campionati nazionali – sostengono le società – valutiamo come imminente la possibile astensione dai campionati, con il ritiro delle nostre formazioni».

Cus, Mercede, Astro, Virtus e San Salvatore sanno che la decisione provocherà «ulteriori danni economici con multe e declassamenti sportivi», ma ritengono la decisione ineluttabile, perché solo così si potrà «interrompere un ulteriore indebitamento e aggravio di spese che, per alcune, potrebbe essere fallimentare».

Una decisione ponderata, arrivata «al termine di un lungo periodo di attese e disponibilità da parte delle forze politiche regionali che prospettavano interventi di aiuto, mai arrivati. Soltanto promesse sempre slittate nel tempo».

Il mancato rimborso dei contributi, per i quali la rendicontazione è stata già regolarmente prodotta lo scorso aprile, entro i termini, ha creato una voragine economica che si aggiunge «al cronico ritardo nell'erogazione dei contributi sportivi – si legge ancora nel documento – riferiti al 2012 e 2013, a tutt'oggi non ancora saldati, e alla totale assenza di risposte alle domande delle istituzioni sportive isolane (presidente del Coni Sardegna e presidente del Comitato regionale della Federbasket) che sono i portavoce delle problematiche delle società sportive verso le istituzioni politiche, ma anch'esse si sono rivelate inascoltate».

La situazione più grave è quella del Cus Cagliari, che si sta ben comportando nella massima serie, e che aveva ricevuto qualche promessa in più rispetto alle consorelle. Questo grazie alla delibera regionale 34/13 del 2 settembre con la quale si promuoveva l'immagine unitaria della Sardegna attraverso azioni co-marketing, valorizzando l'operato della società universitaria e di altre realtà sportive isolane di livello nazionale o che partecipano a manifestazioni internazionali. Tutto rimasto inattuata «a conferma – è la conclusione – della confusione. Le istituzioni Regionali così facendo hanno fatto indebitare le società, facendole assumere gravosi impegni economici, per poi disfare tutto. A confusione si è aggiunta confusione».

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