La magia di Vettel dedicata a Bianchi
Vittoria perfetta di Seb che eguaglia i successi di Senna
BUDAPEST. La vittoria perfetta. Quella di Sebastian Vettel non si può definire altrimenti: ha dominato il Gran premio di Ungheria nel giorno nero delle Mercedes, ha raggiunto il mito Ayrton Senna a 41 vittorie nella storia della Formula 1 e, in una giornata densa di emozioni, ha ricordato nel modo migliore l'amico scomparso Jules Bianchi («Questa vittoria è per te», le sue parole alla radio appena tagliato il traguardo).
Peccato solo per Kimi Raikkonen, autore finalmente di una prova maiuscola, ma sfortunato protagonista a 13 giri dalla fine quando - secondo alle spalle del compagno di squadra - un problema elettrico lo ha costretto alla resa. Giornata da dimenticare invece in casa Mercedes, nonostante la vigilia e la prima fila in griglia facessero pensare all'ennesimo trionfo della casa di Stoccarda.
Forse anche per questo appena sceso dall'auto il quattro volte campione del mondo si è emozionato: ha preso una bandiera gialla Ferrari e ha cominciato a sventolarla, come nemmeno in Malesia aveva fatto, prima di lasciarsi prendere dalle lacrime dopo 69 giri di pura emozione e una vittoria tanto strepitosa quanto insperata. Costruita fin dal primo rombo, quando con una partenza “10 e lode” ha bruciato Hamilton, “infilato” anche da un arrembante Raikkonen che per oltre metà gara ha occupato il secondo posto, tanto da far pensare ad una incredibile doppietta cinque anni dopo Hockenheim (allora primo Alonso, secondo Massa).
Un sogno che dura una quarantina di giri viene infranto - è il caso di dirlo - dallo schianto al 43/o giro di Hulkenberg che va per la tangente in curva, poi diritto contro le protezioni e che porta all'ingresso della safety car. Che azzera i distacchi, riporta le macchine in fila indiana e, di fatto, apre un'altra gara.
Si pensava che le due Mercedes, dopo la partenza disastrosa, ne avrebbero approfittato ma così non è e anche le due frecce d'argento inanellano errori su errori che le fanno chiudere sesta (Hamilton) e ottava (Rosberg). Sfortunato soprattutto il tedesco, che tallonava Vettel fino a tre giri dalla fine e che si è dovuto arrendere alla jella e a una foratura che lo hanno costretto ai box e alla bandiera bianca.
Per il campione del mondo in carica c'è almeno la magra consolazione di aver allungato nel Mondiale sul compagno di squadra ora distante 21 punti (202 contro 181).
La gara più pazza dell'anno regala poi sorrisi anche in casa Red Bull, seconda e terza con Kvyat e Ricciardo, mentre uno strepitoso Verstappen (ha appena 17 anni) sfiora il podio e chiude quarto con la Toro Rosso.
Grande quinto posto poi per Fernando Alonso che porta per la prima volta a punti la McLaren-Honda con una straordinaria prestazione, per niente scontata.
Emozioni però non solo in pista, anche se prima della gara c'è stato un altro tipo di commozione ad avvolgere il paddock dell'Hungaroring nel ricordo di Bianchi, scomparso 10 giorni fa dopo nove mesi di coma, presenti anche i genitori dello sfortunato pilota francese che i colleghi hanno ricordato tutti in cerchio, abbracciati davanti al cartello “We miss you Jules”. Un momento di grande commozione con la partecipazione estesa a tutto il pubblico presente che ha applaudito a lungo per dedicare un saluto al giovanissimo pilota francese, una promessa dell’automobilismo mondiale spazzata via tragicamente.
Ora il circus va in ferie e il prossimo appuntamento è in programma il 23 agosto col GP del Belgio.