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La Dinamo riscopre il fastidio della sconfitta

di Andrea Sini
La Dinamo riscopre il fastidio della sconfitta

I sassaresi falliscono il primo obiettivo stagionale ma non si disperano Varnado è in crescita, l’ultimo arrivato Stipcevic è già inserito negli schemi

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INVIATO A TORINO. Il bello dello sport è che c’è sempre un’altra possibilità. Il brutto è che non si può vincere sempre. La Dinamo prova sulla sua pelle una versione soft della legge del contrappasso e tre mesi dopo avere preceduto Reggio Emilia sul traguardo tricolore per due punti, vede sfumare il primo obiettivo stagionale per mezzo canestro.

Calato il sipario sulla Supercoppa italiana, il PalaRuffini di Torino restituisce una Dinamo più “umana” e probabilmente con le idee più chiare su punti deboli e punti di forza del nuovo gruppo assemblato durante l’estate.

Le attenuanti. La prima uscita ufficiale della stagione è sempre un po’ un terno al lotto. Reggio Emilia, sulla carta, non era affatto favorita, avendo potuto completare il gruppo solo pochi giorni prima del match. Poi gli acciacchi di Silins, i tre nazionali appena rientrati dagli europei, Veremeenko ancora da inserire. La Dinamo aveva (e ha) qualche problemino con Joe Alexander, ancora non al top, e con Stipcevic (anch’egli appena arrivato dagli europei) ma per il resto il roster è a posto. Reggio Emilia lotterà anche quest’anno per lo scudetto e la Dinamo ha giocato sempre alla pari, nonostante qualche blackout, ed è arrivata a giocarsi la vittoria nell’ultimo tiro. Perdere, e perdere di uno, non è la fine del mondo e in casa biancoblù nessuno sembra intenzionato a fare drammi.

I nuovi. Il centro Jarvis Varnado in precampionato è stato il giocatore meno convincente. A Torino l’ex giocatore della Virtus Roma è apparso nettamente in crescita in entrambe le fasi, nonostante qualche problema nelle letture offensive e nella difesa in post basso di una stella come Lavrinovic. Christian Eyenga si conferma un giocatore in grado di fare la differenza, nonostante qualche passaggio a vuoto. Brent Petway e la continuità di rendimento sono al momento due elementi lontani anni luce. Poco continuo ma comunque presente Marquez Haynes, capace di spaccare la difesa avversaria con le sue penetrazioni, ma ancora un po’ lento nel ribaltare il gioco, come chiede coach Sacchetti. Buonissimo l’apporto di D’Ercole (con lui in campo l’assetto è stato decisamente più equilibrato), mentre Stipcevic ha alternato fiammate imponenti (4 triple di fila a cavallo di terzo e ultimo quarto) a troppe sbavature in fase di regia (4 palle perse), dando comunque nel complesso un’impressione positiva. Da rivedere Alexander, che ha numeri devastanti a livello atletico e tecnico, ma che non è ancora riuscito ad allenarsi con continuità.

Killer instinct. Vedere Logan che sbaglia due triple relativamente semplici negli ultimi minuti di una gara tirata è una novità, ma può capitare. La semifinale di Supercoppa è finita come quasi tutte le gare del precampionato, cioè si è decisa all’ultimo tiro. Il bilancio però è in rosso. Niente di grave: i giocatori con il killer instinct non mancano e lo stesso Haynes, che sabato nell’ultimo minuto ha fallito un tiro da sotto impossibile da sbagliare, nell’amichevole di Cagliari con il Galatasaray aveva segnato la tripla decisiva negli ultimo secondi. Si tratta semmai di definire al meglio il peso delle responsabilità quando il suono della sirena si avvicina.

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