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Dal gelo di Mosca nasce un’altra Dinamo

di Andrea Sini
Dal gelo di Mosca nasce un’altra Dinamo

Basket, la reazione d’orgoglio dei biancoblù apre l’era Calvani sotto i migliori auspici. Ora si attendono conferme

29 novembre 2015
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INVIATO A MOSCA. Il risveglio poteva essere previsto, ma non era affatto scontato. Il malato aveva battiti quasi inesistenti e il trambusto dell’ultima settimana avrebbe potuto portare, nel breve periodo, un forte peggioramento. Invece la Dinamo ha battuto un colpo (due, considerando quello di lunedì contro Pesaro) e ha dimostrato di rispondere alla cura Calvani.

La squadra biancoblù torna dalla trasferta in Russia con un bel carico di motivazioni e di segnali positivi. La sconfitta subita in casa del Cska Mosca, ampiamente messa in preventivo, mette i sassaresi in una condizione completamente nuova sia a livello psicologico che dal punto di vista delle prospettive tecnico-tattiche abbinate al gruppo.

I singoli. Dall’encefalogramma piatto dell’ultimo mese abbondante, a una prestazione non più folkloristica. La prima notizia è che Brent Petway è un giocatore di basket, e questo – per quanto visto da fine agosto a oggi – non era affatto scontato. Il giocatore “inutile” che Meo Sacchetti ha cercato in tutti i modi di recuperare, per poi scaricarlo nell’ultima parte del suo mandato, ha improvvisamente aperto gli occhi e ha giocato a pallacanestro. Niente di sconvolgente, ma l’ex Harlem Globetrotters, presente in attacco e in difesa, al di là dei soliti falli ingenui ha mostrato di essere nel match molto più di quanto il tabellino non dica. Per non parlare di Eyenga, passato da una disarmante mediocrità a un livello di presenza di valore assoluto. La sua strepitosa schiacciata per l’82 pari a 3’ dalla fine è stata premiata dall’Eurolega con la primissima posizione nella Top10 della settima giornata. Presente e vivo anche Jarvis Varnado, sempre condizionato dai falli, ma capace di partire benissimo e di rientrare nel match a freddo, dopo tanti minuti in partita, e di essere protagonista dell’ultimo quarto con 8 punti segnati praticamente di fila e tanto altro. Da tutti e tre, ora, si attende lo step più importante: quello della continuità.

Il gruppo. «Mi aspettavo questo tipo di reazione, perché ho visto sin dal primo allenamento che la squadra mi segue». Coach Marco Calvani ha esordito sulla panchina biancoblù con un quasi-miracolo e a fine gara sprizzava soddisfazione da tutti i pori. Impossibile, oltre che ingiusto nei confronti di Sacchetti, attribuirgli tutti i meriti del risveglio della Dinamo, ma è chiaro che con il cambio di panchina, come molte volte accade qualcosa è scattato nella testa dei giocatori. Che si sono trovati di fronte a nuovi scenari a livello tattico: quando Varnado è stato in campo, per esempio, l’impostazione è apparsa chiara. Ricerca ossessiva del centro in post basso, per una giocata spalle a canestro o per uno scarico sul perimetro. Ma ciò che più ha colpito, dei biancoblù, è stata la pazienza con la quale i vari quintetti hanno cercato soluzioni offensive semplici, senza però dimenticarsi di spingere in contropiede quando se ne è presentata l’occasione.

Gli scenari. Il tempo è galantuomo è dirà se qualche giocatore abbia provato a scavare la fossa a Sacchetti. Intanto però la Dinamo lunedì si ripresenterà all’appuntamento del campionato con un quadro clinico nettamente migliorato. Il campo di Capo d’Orlando, da sempre una trappola per le “grandi”, dirà se quella di Mosca è stato davvero un punto di partenza o solo una serata indimenticabile frutto dell’orgoglio.

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